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editoriali

Rrahmani, da Udine a Udine: l’uomo forte dal destino forte

(Getty Images)

Rrahmani l'uomo forte dal destino forte

Sara Ghezzi

Il Napoli ha stravinto per 4-0 contro l’Udinese ed è primo in classifica in solitaria. Una prestazione esaltante per i ragazzi di Luciano Spalletti, diversi i protagonisti assoluti. Ma la copertina la merita un biondino kosovaro il cui destino è inesorabilmente legato all’Udinese. Indossa la maglia numero 13 e si chiama Amir Rrahmani. Amir non è uno di quei giocatori appariscenti, non fa giocate strabilianti e non è un fuoriclasse, ma sa fare la differenza, sa fare il difensore. E ieri ha fatto anche il goleador.

Rrahmani, da Udine a Udine

 Amir Rrahmani (Photo by Fran Santiago/Getty Images)

Rrahmani non ha iniziato al meglio la sua avventura napoletana debuttando in modo tragico proprio contro l’Udinese. Ma non si è mai abbattuto e spesso da panchinaro è diventato il titolare complici infortuni e un Manolas mai veramente quello visto alla Roma. Anche questa stagione l’ha iniziata in panchina, ma il destino per lui ha voluto qualcosa di diverso. E contro il LeicesterSpalletti ha deciso di puntare su di lui al posto del greco troppo distratto, e il kosovaro ha ripagato la fiducia regalando una prestazione solida, sicura, attenta. Un muro insieme a Kalidou, sempre sul pezzo perché sa quanta fatica ci vuole per conquistarsi la titolarità.

Ieri sera a sorpresa il tecnico toscano l’ha buttato di nuovo nella mischia e lui ha ringraziato con un gol. Quello del 2 a 0, quello che ha indirizzato ancor meglio la partita. Ma Amir non ha solo siglato la rete che ha chiuso in parte i giochi, ha fatto molto di più: ha dimostrato di essere un uomo forte dal destino forte, come direbbe il suo mister. Amir ha deciso insieme al suo socio che gli attaccanti bianconeri non dovevano passare e nel farlo ha urlato in modo silente la sua voglia di essere l’uomo giusto su cui puntare.

Ora sarà lui il nuovo titolare?

 (Getty Images)

Rrahmani non è un giocatore che fa molto rumore, non urla in campo e non è arrivato a Napoli come titolare inamovibile, ma è la dimostrazione vivente che il lavoro e la fatica fanno sempre la differenza. Da Udine a Udine quanta strada ha percorso questo ragazzo. Quante critiche ha rispedito al mittente, chissà quante volte si è guardato allo specchio chiedendosi se la scelta di lasciare Verona, un porto sicuro, fosse stata quella giusta. Chissà quanti pensieri avranno attanagliato la sua mente. Ma ora sorride Amir e si gode quel famoso destino, giocando con tranquillità, con tanta voglia di crescere ed essere determinante. Ed ora sarà un problema tutto di Spalletti, perché lui dal campo non vuole uscire più.

A cura di Sara Ghezzi

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