Il nativo di Pristina non è uno dei profili più amati dalla piazza "081", ma negare l'importanza che ha assunto (sotto la gestione del tecnico salentino) nella retroguardia campana sarebbe un gesto da persone prive di onestà intellettuale. Ci sbilanciamo: è l'elemento più importante del reparto. Meno appariscente di Alessandro Buongiorno, ma più funzionale. Prestazioni da 6,5 garantite ogni domenica; rende bene e fa rendere bene i propri compagni: al suo fianco, anche un individuo reputato "finito" come Juan Jesus è riuscito a far bella figura per la metà di campionato a cui ha preso parte. Un compito in cui eccellerebbe senza dubbio anche con il giovane Marianucci(giudicato in maniera fin troppo precoce dopo la sconfitta di San Siro con il Diavolo).
In sostanza, Amir Rrahmani sta al Napoli di Antonio Conte come Raul Albiol stava a quello di Maurizio Sarri: il leader silenzioso abile nella gestione dell'area di rigore e capace di far risaltare le qualità di coloro che gli girano attorno. Tradotto in parole povere: il calciatore più (criminalmente) sottovalutato del team che porta il tricolore sul petto.
A cura di Alex Iozzi
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