calcionapoli1926 editoriali Rischiare per vincere: la lezione del pallone che Conte non ha ancora imparato

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Rischiare per vincere: la lezione del pallone che Conte non ha ancora imparato

Giovanni Frezzetti
Giovanni Frezzetti Editorialista 
Abbiamo dato attenuanti a Conte nelle gare passate: gli infortuni, la stanchezza e la sfortuna, ma ora le scuse sono finite

Chi ha paura del rischio rinuncia anche alla possibilità del successo: questo è quello che Antonio Conte avrebbe dovuto imparare dalle ultime due gare terminate 0-0. E invece no, un Napoli ancora una volta conservativo cade sul campo del Bologna con un netto 2-0. Il tecnico non ha ancora imparato la lezione del dio pallone: una disfatta su tutta la linea che questa volta non ha scuse. Gli azzurri non hanno mai lottato e Conte dovrà riflettere sulle scelte fatte: la paura di perdere è diventata la più grande avversaria del Napoli. Questa volta non sarà accettata alcuna lamentela!

Rischiare per vincere: la lezione del pallone che Conte non ha ancora imparato

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Non solo il Napoli non ha vinto, ma non ha strappato neanche un punto. Il piano partita di Conte, che ha chiaramente giocato per il pareggio, non ha funzionato. Anzi, ha fatto acqua da tutte le parti. Se il primo tempo è stato noioso e soporifero, il secondo è stato un disastro su tutta la linea: il Napoli non è praticamente sceso in campo, consegnandosi al Bologna. Un segnale dell’arrendevolezza degli azzurri è il giovane portiere emiliano all’esordio, Pessina: neanche un tiro da fuori per provare a giocare sull’emozione del ragazzo. Un esempio che citiamo per sottolineare la totale mancanza di cazzimma della squadra che ha fatto solo uno sterile e inutile possesso palla. Se con Eintracht e Como si gioiva almeno della fase difensiva, a Bologna è scomparsa anche la solidità. Tante disattenzioni e continue amnesie che hanno permesso alla squadra di Italiano di dominare in lungo e in largo. Conte aveva confermato la stessa formazione che aveva giocato in Champions proprio per puntare su quella solidità: il risultato ottenuto è anche peggio e ora le gare consecutive senza gol diventano tre. Inutile parlare dei singoli: la disfatta è stata generale.

Ma si era subito capito l’andazzo della gara: mai in partita il Napoli e super aggressivo il Bologna. Il risultato per quanto visto in campo è anche leggero. Qui entra in gioco il fattore psicologico: la squadra ha capito che Conte non ha imparato la lezione sul rischio e quanto visto in campo è stato lo specchio dell’arrendevolezza del mister. Viene da pensare che a Conte serva uno di quei trading motivazionali che compaiono sui social: il rischio è strettamente collegato alla vittoria e se il segnale che mandi è “non prenderle” è chiaro che ottieni questo risultato. Questo eccesso di prudenza è diventata la gabbia del Napoli che non riesce più ad essere pericoloso e incisivo. Un gioco piatto che condanna alla mediocrità. Abbiamo dato attenuanti a Conte nelle gare passate: gli infortuni, la stanchezza e la sfortuna, ma ora le scuse sono finite. Una gara del genere è incomprensibile ed è anche difficile da giustificare. Perdere con onore alle volte dà più soddisfazione di uno sciatto pareggio. Ora c’è da lavorare: alla squadra è stato ormai inculcato un concetto sbagliato e la sosta questa volta cade a pennello. Conte avrà ora tempo per riflettere, per aggiustare il tiro, accogliendo così la squadra al completo, a pochi giorni dalla sfida con l’Atalanta, con un nuovo diktat: coraggio e cazzimma, solo così si potrà difendere con onore quel tricolore cucito sul petto.

A cura di Giovanni Frezzetti

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