Ma si era subito capito l’andazzo della gara: mai in partita il Napoli e super aggressivo il Bologna. Il risultato per quanto visto in campo è anche leggero. Qui entra in gioco il fattore psicologico: la squadra ha capito che Conte non ha imparato la lezione sul rischio e quanto visto in campo è stato lo specchio dell’arrendevolezza del mister. Viene da pensare che a Conte serva uno di quei trading motivazionali che compaiono sui social: il rischio è strettamente collegato alla vittoria e se il segnale che mandi è “non prenderle” è chiaro che ottieni questo risultato. Questo eccesso di prudenza è diventata la gabbia del Napoli che non riesce più ad essere pericoloso e incisivo. Un gioco piatto che condanna alla mediocrità. Abbiamo dato attenuanti a Conte nelle gare passate: gli infortuni, la stanchezza e la sfortuna, ma ora le scuse sono finite. Una gara del genere è incomprensibile ed è anche difficile da giustificare. Perdere con onore alle volte dà più soddisfazione di uno sciatto pareggio. Ora c’è da lavorare: alla squadra è stato ormai inculcato un concetto sbagliato e la sosta questa volta cade a pennello. Conte avrà ora tempo per riflettere, per aggiustare il tiro, accogliendo così la squadra al completo, a pochi giorni dalla sfida con l’Atalanta, con un nuovo diktat: coraggio e cazzimma, solo così si potrà difendere con onore quel tricolore cucito sul petto.
A cura di Giovanni Frezzetti
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