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Against all odds

Raspadori è come il testo di una canzone di Phil Collins: è andato contro ogni previsione

Giovanni Frezzetti

Dalla Fiorentina all'Ungheria: la parabola di Jack

“Against all odds” (contro ogni previsione ndr) è il titolo di una canzone del grande Phil Collins: e Giacomo Raspadori ne ha incarnato appieno il significato in questo inizio di stagione. È arrivato a Napoli tra tante speranze che si sono trasformate nello scetticismo di alcuni dopo il debutto da titolare col Lecce. Poi, il cambio di rotta nelle partite successive e la settimana d’oro con la Nazionale che l’ha portato sotto i riflettori.

Raspadori va contro ogni previsione: è sotto le luci della ribalta

Arrivato a Napoli per circa 30 milioni di euro, Raspadori è stato un colpo di mercato che ha giustamente creato grandi aspettative tra i tifosi azzurri e gli addetti ai lavori. Ecco che debutta nello 0-0 di Firenze, una ventina di minuti per lui in cui fa vedere di essere calzante al gioco di Spalletti. Poi, alla prima da titolare queste aspettative sono state disattese: ed ecco subito le prima critiche, come sempre affrettate, dei tanti espertoni di pallone. La gara col Lecce per Jack rappresenta 45 minuti difficili, tanto che Spalletti lo sostituisce all’intervallo. Sia chiaro, la gara è stata difficile per tutta la squadra tanto che il Napoli non è riuscito ad andare oltre il pareggio. Già nella gara successiva, quella con la Lazio, Jack entra con gli occhi della tigre: si legge la sua voglia di riscatto. Salta la gara col Liverpool di Champions, ma in quella successiva deve caricarsi gli azzurri sulle spalle. Osimhen si fa male, e contro lo Spezia Spalletti gli affida l’attacco del suo Napoli.

La gara con i liguri è un vero spartiacque: 90 minuti difficili, poi il lampo. Un gol all’ultimo respiro che regala 3 punti agli azzurri e che dà benzina al talento di Jack. Ecco che i riflettori iniziano ad accendersi. Coi Rangers Spalletti lo preserva: gioca Simeone. Ma Raspadori è in panchina e la sua faccia è quella di uno che non vede l’ora di entrare. Il Napoli sblocca la gara, gli scozzesi sono in 10: ma l’atmosfera è caldissima e gli azzurri non riescono a chiudere la partita. Ecco che entra Giacomo, 7 minuti e va in gol: è il 2-0 che mette in ghiaccio il risultato, è la rete che farà ancora parlare di lui. Ma non è finita qui. Arriva il big match di San Siro col Milan: Raspadori è titolare al centro dell’attacco. Il primo tempo è ruvido, fisico e con tanti duelli. Non di certo ciò che Raspadori preferisce. Infatti, per Jack la gara è difficile: i difensori rossoneri lo ingabbiano, ma lui lotta come un leone. Dopo 67 minuti Spalletti lo sostituisce con Simeone che segna pochi minuti dopo il gol vittoria. Ed ecco che qualcuno si lascia andare a qualche dubbio: “Che forse non sia pronto per i big match?”. Certo, ogni dubbio è legittimo: ma la svolta nel destino è sempre dietro l’angolo.

Arriva la Nazionale e Mancini prende una decisione: l’attacco della sua Italia è affidato a Raspadori. Ancora a San Siro, quello stadio in cui 5 giorni prima Jack ha dovuto lottare contro Kjaer e Tomori. Questa volta c’è di fronte l’Inghilterra, anch’essa con difensori fisici. Ma questa volta Raspadori si accende: un gol capolavoro, con il tiro a giro, che fa sognare la Nazionale. Tutti intorno a Giacomo, tutti i giornali scrivono di lui. E la storia recente prosegue: c’è la partita decisiva con l’Ungheria. Mancini lo esalta tutta la settimana e si affida nuovamente a lui. Il Ct non sbaglia, Raspadori non delude: di rapina segna ancora un gol decisivo regalando all’Italia le final four di Nations League. A Napoli si esulta, non per la Nazionale ma per Jack: i tifosi hanno l’acquolina in bocca. Ed ecco che torna la canzone di Phil Collins “Against all odds”. Parliamoci chiaro, tutti avevano detto qualcosa di positivo sul talento di Raspadori ma nessuno pensava potesse esplodere così dopo l’inizio in sordina. E allora caro Giacomo continua così, vai contro ogni previsione e stupiscici partita dopo partita: a Napoli non vediamo l’ora di poter urlare il tuo nome.

A cura di Giovanni Frezzetti

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