"Apatia mentale" l'ha chiamata Calzona. Lo sanno solo loro come è possibile scendere in campo con tale sufficienza, con tale mediocrità. Non esiste una sola giustificazione. Di cosa vogliamo parlare? Della partita di ieri? Del nuovo allenatore? Degli acquisti fatti e mai utilizzati? Di Dendonker che viene pagato € 25.000 al minuto? Ogni settimana pensi di aver toccato il fondo, e ti accorgi che stai solo cominciando a scavare. Questo è il film che non ti aspettavi, non quello del 4 maggio. Perché ogni settimana ci regalate un colpo di scena, la sistematica ripetizione di prestazioni sempre più cialde e insapori, di una squadra che fa piangere e che l'unico sorriso lo strappa quando guardi quel tricolore sul petto e ti domandi come ci sia mai capitato. Teniamoci l'annata scorsa in naftalina, un regalo del destino forse come premio per il lavoro fatto negli anni precedenti, che ci avrebbero dovuto giustamente premiare con un tricolore. Ma auguriamoci al più presto di vederla smantellata questa squadra.
La ricostruzione è fallita, senza dubbio. Ci ha dato uno scudetto per piombare nell'incubo. Vogliamo farlo un breve passaggio sulla partita di ieri? Ok. Potevamo giocare altri 300 minuti, la palla non sarebbe mai entrata, anche perché abbiamo fatto un tiro in porta in 90 minuti. Non c'è uno straccio di idea di gioco. Se vendiamo veramente Osimhen a cifre da clausola dobbiamo scappare perché ci denunceranno per circonvenzione di incapace. Natan un qualcosa di incommentabile. Di Lorenzo gioca dopo aver preso tre birre. Calzona non ne parliamo. Simeone ancora gli ultimi tre minuti. Contro chi tutto questo? Contro l'Empoli. Che in 10 partite casalinghe su 16 non è riuscito ad andare in gol. Un record. Nelle ultime 6 partite ne ha perse 5, tutte e 5 senza segnare un gol. Ieri poteva chiudere tranquillamente 3-0 il primo tempo. E ha esibito tunnel e colpi di tacco.
È giunto il momento di provare serio imbarazzo. È giunto il momento di metterci la faccia tutti, giocatori compresi. Ogni qualvolta veniva sventolato lo slogan "meritiamo di più" qualche solone ci ricordava che non abbiamo il diritto di meritarci niente. Non è così, tutti hanno il diritto di vederla onorata la propria maglia, si vinca o si perda. E se raggiungi un traguardo storico come quello dell'anno scorso, quel tricolore sul petto va quanto meno rispettato. "Votte 'a passà sti sei partite". Speriamo passino presto e si parli solo di progettualità, soprattutto di "evacuazione". Della migrazione verso altri lidi di giocatori ai quali diremo grazie e daremo una pacca sulla spalla. E della venuta di nuovi atleti motivati possibilmente individuati con criteri un po' più affidabili che quelli della buona sorte. Se ci sarà da soffrire soffriremo, se ci sarà da aspettare aspetteremo, non è questo e non sarà mai questo il problema. Ma restituiteci il piacere di vedere qualcuno che scende in campo con la testa in campo. Almeno questo lo meriteremo?
A cura di Maurizio Zaccone
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