Venendo alla partita, però, il Napoli non si è consegnato ai nerazzurri e ha interrotto la loro striscia di vittorie consecutive, ferma ora a 10. Si è fisicamente ritrovato, ed anche l’orgoglio di ciò che è stato sembra non essersi perso. Ma i segnali positivi si fermano qui. Nessuna traccia né del vecchio Napoli né del nuovo. Qualche acciacco in meno, che potrebbe bastare per un posto in Europa; le occasioni non mancheranno considerando anche gli scontri diretti che ci aspettano.
Una nota a margine va però fatta: gli arbitraggi hanno superato la soglia dell’imbarazzante. La gestione dei cartellini è chirurgicamente iniqua, e condizionante. Al Napoli di Spalletti forse avrebbe procurato giusto qualche inciampo, per un Napoli che invece cammina sulla soglia del burrone, può rappresentare la spinta finale. Ora però è tempo di guardare avanti, ai prossimi match e non solo. Il problema è che serve un’idea chiara; una “direzione”. Diceva Seneca, “non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare”. Ecco, che il Napoli ritrovi il senso dell’orientamento. Però quella del mare è solo una metafora, perché se la progettualità sono gli sbarchi dal mare per il nuovo stadio, la strada non è quella giusta.
A cura di Maurizio Zaccone
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