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editoriali

Ora tutti sul carro di Gattuso! Se potesse Rino vi direbbe: “Scennitem ‘a cuollo!”

Ora tutti sul carro di Gattuso! Se potesse Rino vi direbbe: “Scennitem ‘a cuollo!”

“Ha tanti amici a Milano, ha la stampa a favore. Ha vinto il campionato del Mondo, riscuoterà questo credito a vita”. Quanti rospi ha dovuto ingoiare Rino Gattuso in questi mesi? Troppi, ve lo anticipiamo! Forse qualcuno ha la memoria...

Giovanni Ibello

"Ha tanti amici a Milano, ha la stampa a favore. Ha vinto il campionato del Mondo, riscuoterà questo credito a vita". Quanti rospi ha dovuto ingoiare Rino Gattuso in questi mesi? Troppi, ve lo anticipiamo! Forse qualcuno ha la memoria corta e, fatta salva ogni legittima opinione, è lecito rispolverargliela. Il tecnico calabrese è arrivato a Napoli ereditando una situazione a dir poco tragica. Sembra banale a dirsi, ma è fondamentale fare un piccolo recap di quello che è successo poco più di un anno fa. Con ogni probabilità c'erano grandi spaccature all'interno dello spogliatoio (per non dire voragini) e l'ammutinamento post-Champions non ha fatto altro che corroborare un clima di tensione divenuto, a quel punto della stagione, praticamente ingovernabile.

Ora Gattuso torna a splendere anche per la critica: e questo fa un po' ridere...

 Gennaro Gattuso (Photo by SSC NAPOLI via Getty Images)

Qualcuno diceva, non a torto, che il Napoli - partito per vincere lo scudetto (ricordate le "promesse ancelottiane"?) - rischiava di essere risucchiato nella lotta per non retrocedere. Alzi la mano chi non ha temuto il peggio per un secondo.  Tempo due mesi, lockdown a parte, e gli azzurri hanno silurato (in quest'ordine) Lazio, Inter e Juventus in Coppa, le prime tre dello scorso campionato. Ma anche questo sarà un caso, anche qui bisogna ascrivere i meriti ai buoni uffici con i media milanesi, giusto? Inutile rimarcare l'ironia di questo concetto. Su chi, infine, ha messo bocca sul suo stato di salute, è bene stendere un velo pietoso. Non merita neanche una riga, poiché se la critica costruttiva è sacrosanta, la malafede non può trovare spazio su queste pagine. Napoli è un paradiso in terra, ma può essere anche il posto più crudele del mondo. Ricordate lo "spalla a spalla" di cui parlava tanto Rafa Benitez? Un monito inascoltato a giudicare i fatti di oggi. E forse, è proprio nelle piega di questo tema "inevaso" che si cela la ritrosia alla vittoria di una piazza, come quella partenopea, che invece avrebbe tutte le carte in regola per puntare all'obiettivo massimo.

Perché qui è così difficile fare quadrato intorno alla squadra? Che sia un problema antropologico? Curzio Malaparte diceva che Napoli è la più misteriosa città d’Europa, è la sola città del mondo antico che non sia perita come Ilio, come Ninive, come Babilonia. Se questo è vero, la "civiltà partenopea" tende da sempre, per sua natura, all'autodistruzione.

(Getty Images)

(Getty Images)

Ma Rino Gattuso ci ha insegnato una cosa che resterà scolpita nella pietra anche negli anni in cui, presumibilmente, non siederà più sulla panchina del Napoli: la squadra (e il silenzio stampa, ancorché fatto assolutamente negativo, lo dimostra) ha dovuto fare 'quadrato' per risolvere i suoi problemi strutturali, ha dovuto IGNORARE gli umori della piazza, che chiedeva a gran voce la sua testa. Questo è un dato su cui riflettere, se si vuole il bene del Napoli, ovvio. Gattuso è riuscito a fare quadrato, ha fatto da parafulmine come forse nessuno nella storia di questo club. Ha risposto con la forza e con la dignità del lavoratore. Nessuno potrà mai negargli questo successo.

Serviva forse il sergente di ferro per salvare la squadra? Nient'affatto! La verità è che Gattuso è molto più di questo. Vittima di una retorica che gli è stata cucita addosso (la grinta di Ringhio, il veleno, ecc.) quando si parla di questo allenatore lo si dipinge spesso e volentieri come un cavallo imbizzarrito e poco lucido. Forse Gattuso ha un solo grande limite: quello di amare troppo i suoi ragazzi.

Che sia l'inizio di una cavalcata trionfale

 (Photo by Paolo Bruno/Getty Images)

E' evidente anche a un cieco che il tecnico si getterebbe nel fuoco per i suoi calciatori. La rivoluzione praticata da Rino nel giro di un anno e mezzo è di stampo sentimentale, prima ancora di essere tecnica. Ha curato i mali endemici di un gruppo che, per un motivo o per un altro, non sapeva più ritrovarsi. Poi  lo ha spedito in orbita (tanto è vero che ADL gli ha concesso il giusto rinnovo annuale). Per quel che riguarda quest'anno, il tema defezioni è più di un alibi. Se è vero che - classifica degli infortuni alla mano - il Napoli è "solo" ottavo in questa speciale graduatoria, è altrettanto ovvio che i crolli azzurri sono stati strategici. Mertens, Lozano e Osimhen costituiscono il vero potenziale offensivo di questa squadra (insieme al capitano, ovvio). Insomma, è proprio il caso di dire che se la fortuna è cieca la sfiga ci vede benissimo. La formazione ha perso i suoi attaccanti di riferimento, e - più in generale - per tutto il mese di gennaio ha avuto gli uomini contati in ogni reparto. Cosa avrebbe fatto l'Inter senza la premiata ditta Lukaku-Lautaro? Pensiamoci. Oggi tutti provano a risalire sul carro dei vincitori. Forse il tecnico dovrebbe rispondere in lingua napoletana a tutti questi cicisbei che vanno dove va il vento: "Scenniteme 'a cuollo" (per i lettori non napoletani, "giù le mani"). Ecco quel che direbbe, con la schiettezza che lo ha sempre contraddistinto.