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serie a

Non resta che affidarsi agli scontri diretti: non provarci sarebbe un delitto

editoriale di maurizio zaccone napoli
"Il Napoli quest'anno, duole dirlo, questo è. Una squadra non all'altezza delle prime tre e nel gruppone delle altre 6/7": ecco un estratto dell'editoriale a cura del noto giornalista Maurizio Zaccone
Redazione

Napoli-Torino è una sfida importante per entrambe. Gli azzurri cercano la terza vittoria consecutiva, la speranza di rimanere ancorati ad una corsa per un posto in Champions più probabile se, come sembra, si aprirà lo slot del quinto posto. I granata vogliono convincere e magari anche vincere per lanciarsi almeno verso l'approdo alla Conference.

Si gioca ancora a Fuorigrotta, l'impianto di Bagnoli non è ancora pronto. Il Napoli appare in forma, Kvara si divora un gol dopo un'azione da 10 e lode di Politano. Inizia come da previsione: Torino con la solita aggressività e fisicità, noi abbastanza in palla. Si spera che l'arbitro non sorvoli troppo sull'aggressività del Torino, ma l'arbitro si chiama Orsato, quello che da vicino non ci vede, pertanto o lo si fa arbitrare dalla tribuna o meglio rassegnarsi. Due falli di Osimhen con conseguente ammonizione e un inspiegabile fallo di Juan Jesus denotano un po' di nervosismo. Paratona di Meret su Zapata. Primo tempo combattuto, pericolose entrambe le squadre. Zielinski , lui sì, sembra essersi accomodato in tribuna. Equilibrio in campo, ma il Napoli c'è , serve anche che ci giri bene, considerando che Milinkovic è in stato di grazia.


Napoli-Torino sfida importante, ma gli azzurri sono apparsi non all'altezza

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Mi aspettavo che il Napoli nella ripresa scendesse ancora più aggressivo in campo, deciso a chiudere la partita, ma così non sembra essere. Per quanto è nella ripresa che avviene tutto: combinazione Kvaratskhelia-Mario Rui-Kvaratskhelia: e il 77 buca la rete con una volée incantevole. Tre minuti di gioia e concediamo la giornata di gloria a Sanabria concedendogli una bella rovesciata in area con palla che si piazza in rete. Non segnava da tempo il paraguaiano, guarda caso proprio dall'ultima sfida con il Napoli. Noi certi avversari li adottiamo proprio. Kvara ci proverà più volte ma il secondo gol non arriverà, complice anche un Milinkovic in forma strepitosa. E finisce con un pareggio un po' insapore. Con l'amarezza di non essere ancora riusciti a inanellare tre vittorie di fila in questo campionato. Con il rammarico di aver perso l'ennesima occasione di agganciarci a un treno per l'Europa che conta. Il Napoli quest'anno, duole dirlo, questo è. Una squadra non all'altezza delle prime tre e nel gruppone delle altre 6/7, quelle competitive che non devastano, quelle non male, ma senza continuità. In quel gruppone tutte hanno avuto una buona scia di risultati utili che le ha rilanciate, un po' tutte non brillano per costanza. Al Napoli non resta che affidarsi agli scontri diretti, provare a vincerli tutti e poi vedere dove si troverà in classifica. Altro non ci resta. Anzi no, qualcosa resta. Martedì in Spagna il Napoli ha la sua grande occasione; immensa.

Dimenticarsi di ogni problema e giocare 95 minuti con tutta l'energia in corpo per una partita che vale il passaggio ai quarti di finale di Champions, l'accesso al mondiale per Club e l'entusiasmo di una piazza che non ha dimenticato che un po' di mesi fa ci eravamo laureati campioni d'Italia. I quasi tremila biglietti destinati ai partenopei sono stati venduti in 10 minuti, e già da lunedì sera la Rambla parlerà napoletano. Dopo questo snodo non resta molto: non provarci, con tutte le forze, sarebbe un delitto.

A cura di Maurizio Zaccone

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