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editoriali

Spalletti scriva a Sorrentino: per trionfare serve una mano… quella di Dio

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Il Napoli è rinato grazie alla cura di Luciano e punta forte sulla seconda metà di stagione. Le principali novità però arrivano dalle prestazioni super ed inaspettate di alcuni interpreti...

Francesco Casillo

Pronti via e la stagione del Napoli inizia con un cieco accanimento della dea bendata sul gruppo squadra. Siamo solo al 28 di Luglio e Diego Demme è costretto ad operarsi al ginocchio dopo essersi infortunato al legamento collaterale mediale. Si parla di uno stop di circa 12 settimane. La prima fase del campionato e della imminente ed innovativa, nel regolamento, nuova Europa League dovrà esser quindi affrontata senza quello che sembra esser il perno del nuovo centrocampo azzurro con Zielinski e Fabiàn. Il mercato azzurro procede a rilento: fino agli ultimi giorni di agosto la rosa di Spalletti vede rinforzarsi con il ritorno dai prestiti di Adam Ounas e Kevin Malcuit. L'ultimo giorno di mercato che in passato era il marchio di fabbrica del condor Adriano Galliani regala al Napoli il tanto atteso rinforzo di mercato. Arriva a Capodichino, dal Fulham, un giovanotto di "soli" 185 cm. L'arrivo di Zambo Anguissa regalerà ai tifosi azzurri i soliti dubbi. Dubbi fugati da due super prestazioni che incoroneranno Anguissa come nuovo "Re" del centrocampo partenopeo.

La stagione azzurra inizia nel migliore dei modi sul piano dei risultati. Le prestazioni della squadra di Luciano Spalletti lasciano però qualche dubbio sull'incompletezza azzurra. Vittoria per due a zero col Venezia e vittoria importantissima con gol decisivo di un quasi partente Andrea Petagna a Marassi con un mai domo Genoa. Dopo la pausa per gli impegni della Nazionale arriva la svolta. Il Napoli affronta la Juventus e piazza in mezzo al campo il neo arrivato Zambo Anguissa ed il camerunense sfodera una super prestazione.

I primi stravolgimenti tattici di Mister Spalletti

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Anguissa è la prima pedina di un sistema quasi perfetto creato dal tecnico toscano. Rivelazione dopo le prime partite, certezza già in quel di ottobre. Il centrocampista 25enne si appropria della mediana azzurra e non si smuove più (ndr fin quando non affronteremo l'Inter nella maledetta partita di San Siro del 21 novembre). Precisione nel corto e sventagliate panoramiche, strapotere fisico e finalmente un po di cazzimma in un reparto molto tecnico ma che con la partenza di Allan due anni fa ormai aveva perso verve e muscoli. Spalletti riesce a collocare perfettamente Anguissa nel suo sistema di gioco e gli affida compiti fondamentali. In fase difensiva non serve uno "scienziato" per capire quanto sia utile, ma probabilmente è doveroso sottolineare il suo ruolo in fase di costruzione. Poi Di Lorenzo, altro giocatore confermatosi a livelli altissimi, ha maggiore libertà. Il terzino ex Empoli riesce a sganciarsi e a partecipare in modo attivo alla manovra edonistica e quasi "barcelloniana" del nuovo Napoli di Mister Luciano. Il tutto è reso possibile dalla copertura che Anguissa offre ai laterali bassi del Napoli e alla capacità del mediano di impostare ricevendo palla dalla neo coppia azzurra formata da un eccellente Koulibaly ed alla piacevolissima sorpresa Rrahmani, capace di soverchiare le gerarchie in difesa rilegando in panchina uno degli acquisti più onerosi dell'era ADL, il greco Kostas Manolas.

Tra giocatori rinati

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La classica ciliegina sulla torta poi viene piazzata dalla crescita esponenziale di Piotr Zielinski. Il 20 domina in lungo e largo. Segna, fa assist e quando decide di incidere (quest'anno per nostra fortuna spesso gioca lui e non il suo gemello scarso) è immarcabile. Spalletti ha il merito di averlo responsabilizzato e di piazzarlo più vicino all'area avversaria. Il polacco dal canto suo si carica la squadra sulle spalle e la guida da vero leader tecnico per gran parte della stagione. Per un'eventuale conferma sulle capacità di Zielinski basterebbe chiedere a Tomori che meno di una settimana fa è stato steso da una meravigliosa finta di Piotr. Ma Spalletti non ha solo il merito di creare un sistema di gioco vincente. Luciano riesce a rendere la rosa competitiva e sempre sul pezzo, rivitalizzando uomini che fino a quel momento a Napoli ricordavamo solo per le loro Instagram stories o per le poche e deludenti prestazioni legate alla gestione di Gennaro Gattuso. Meritevoli di lode infatti, in questa prima parte di stagione sono le performance di Lobotka e Malcuit. Lo slovacco ricorda per capacità di palleggio e sicurezza nella gestione del pallone il nostro ultimo vero regista Jorginho, mentre il francese, specie quando è particolarmente applicato, fornisce spinta costante e qualità nel dribbling, giocate da ala più che da terzino.

Diciamocelo chiaramente, i presupposti ci sono tutti per chiudere in bellezza una stagione iniziata nel migliore dei modi ma si sa, la fortuna non è mai stata un'alleata azzurra. Come spesso sentiamo dire nei vicoli di Partenopeadda passà 'a nuttata: prima o poi la banda Spalletti riuscirà a compiere la sua missione facendo così gremire le piazze della città.

A cura di Francesco Casillo

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