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Habemus Scott! La fumata per lo scudetto: ora si accantona la scaramanzia?

scudetto napoli
Conte e il Napoli stanno compiendo un 'impresa straordinaria: la meta è vicina, ma servono due fattori fondamentali per arrivare in fondo con uno sprint finale
Giovanni Frezzetti
Giovanni Frezzetti Caporedattore 

La fumata azzurra arriva dal Maradona: una serata magica targata Scott McTominay e il Napoli si prende la vetta della classifica. La squadra di Conte si sbarazza del Torino in un tempo: un risultato che completa una giornata dolcissima dopo la sconfitta casalinga dell'Inter con la Roma. Una gara che consacra ancora una volta lo scozzese: per ora possiamo dire Habemus Scott, ma mettendo da parte la scaramanzia, si potrebbe dire anche habemus scudetto. O almeno, il Napoli lo ha nelle sue mani a 4 partite dalla fine.

Habemus Scott! La fumata per lo scudetto: ora si accantona la scaramanzia?

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McTominay, ancora leader e trascinatore, è diventato il volto di questo Napoli che si sta giocando lo scudetto a sportellate con l'Inter. Una partita a dir poco perfetta tenendo conto delle assenze e della condizione fisica vista nella ripresa: di più non si poteva fare. E dicevamo della scaramanzia, ora va messa da parte perché la banda Conte è la favorita per lo scudetto. Lo dice il momento dell'Inter, ma anche la matematica: a quattro gare dalla fine con tre punti vantaggio sarebbe davvero impensabile non cucirsi sul petto il tricolore. Il Napoli avrebbe addirittura la possibilità di perdere una partita, e se l'Inter dovesse vincerle tutte ci sarebbe comunque lo spareggio. Insomma, una situazione assolutamente favorevole, anche migliore di quella dello scudetto scippato nel 2018 dalla Juve. Per questo oggi diciamo no alla scaramanzia ma facciamo appello a due fattori fondamentali che dovranno accompagnare la squadra da qui a fine stagione.


Silenzio e concentrazione: sono queste le due parole d'ordine che devono aleggiare a Castel Volturno dopo le ultime settimane di polemica sulle dichiarazioni di Conte e sui cali nel secondo tempo. Bene ha fatto il mister nelle interviste post gara a glissare su certe domande tranello da parte dei giornalisti nordici che incessanti provano a far soffiare il vento su Napoli per far arrivare la bufera. Ebbene, a qualcuno non andrebbe proprio giù questo quarto scudetto vinto con onestà, trasparenza, sudore, sacrificio e seguendo le regole, finanziarie e non, del nostro calcio. Non bisogna cadere in provocazioni: testa bassa e lavorare. L'unico aspetto che potrebbe preoccupare è quello degli infortuni: Lobotka, Anguissa e Buongiorno sono usciti malconci dalla sfida col Torino. Mentre per i primi due non è nulla di grave, per il centrale si teme che la stagione possa essere terminata qui come per Neres. Sarebbe un'altra grave perdita che andrebbe, però, ancor di più a valorizzare il lavoro di Conte e la forza di questo gruppo che ha dato il 110% in tutta la stagione. Certamente questa situazione può creare un po' di scompiglio in questo finale dando meno soluzioni al tecnico e costringendo ai soliti maratoneti a fare gli straordinari. Ma la meta è vicina e bisogna solo stringere i denti: in lontananza veleggia un fumo azzurro, e forse qualcuno in barba alla scaramanzia ha già messo una bottiglia in ghiaccio. Insomma, da oggi basta parole: appelliamoci alla compattezza di questo gruppo che ha tutte le carte in regolare per farci gridare habemus scudetto!

A cura di Giovanni Frezzetti

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