calcionapoli1926 editoriali Il coraggio di ammettere che un ciclo è finito: al Napoli serve la rivoluzione!

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Il coraggio di ammettere che un ciclo è finito: al Napoli serve la rivoluzione!

Sara Ghezzi
Ci sarà un nuovo Napoli?

Il Napoli, come è accaduto nel 2023, si sta frantumando dopo lo scudetto. Cambiano gli allenatori e la strategia societaria, ma il risultato è simile. Lo spogliatoio non sembra andare nella stessa direzione e probabilmente è arrivato il momento di ammettere che è finito un ciclo. Ci vuole coraggio per farlo, ci vuole pazienza, ma la rivoluzione è necessaria per rinascere e questo il club lo sa bene. In molti si chiedono se questa rivoluzione debba toccare la panchina, ma forse nella mente di De Laurentiis la certezza è proprio lì provando a convincere Conte a rimettersi in corsa per l’azzurro e fare qualcosa di diverso nella sua carriera.

La vecchia guardia è al capolinea?

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Le parole di Lobotka e del suo agente sono la conferma di quanto affermato in precedenza. Il malumore della scorsa estate di Di Lorenzo, Anguissa che spesso e volentieri viene richiamato dalle sirene arabe, Meret che sembra essere uscito dai radar a parte l’infortunio, Olivera che non ha più certezze. Questi ragazzi che hanno dato tanto vincendo due scudetti in tre anni probabilmente non hanno più gli stimoli per far grande Napoli e bisogna avere il coraggio di dirsi che è stato bello, ma non tutti i matrimoni possono essere eterni. Probabilmente sono proprio loro ad aver tradito il tecnico nella sua mente. Lo sottolinea spesso di aver chiesto maggior sforzo proprio da loro anche per aiutarlo a far integrare i nuovi. D’altro canto, però, alcuni senatori avrebbero chiesto un approccio più morbido al metodo di allenamento perché le gambe non reggono più. Insomma, quello che sembrava un connubio fortissimo si sta sgretolando e qualche domanda dovrebbe attanagliare la mente del tecnico, ma anche quella dei giocatori.

Conte parafulmine, De Laurentiis punta su di lui

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Conte è il parafulmine, alcune sue uscite sono condivisibili o meno, come alcune scelte di formazione e di metodo. Non è esente da colpe e in cuor suo anche lui ne è consapevole, ma è il momento che anche gli azzurri facciano mea culpa. Perché il tecnico leccese non può passare da salvatore a dittatore in pochi mesi se non settimane. Bisogna guardarsi negli occhi e avere il coraggio di ammettere che forse qualcosa bisogna cambiare, prima di decidere di separarsi per il bene di tutti. Se sarà rivoluzione, sarà importante e se inizierà già a gennaio lo si potrà già capire nelle prossime settimane, ma questa potrebbe non comprendere il tecnico per volontà di De Laurentiis che ha creduto e crede fortemente nel progetto Conte come dimostrano gli investimenti e il suo essersi affidato completamente a lui. Dovrà far ritrovare l’entusiasmo all’ex ct, questo è vero, ma è chiaro che il patron azzurro non voglia un altro cambio di guida dopo solo due anni con un progetto che ne prevede minimo tre.

Sarà rivoluzione?

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Una situazione delicata e anche inaspettata ad inizio stagione nonostante le avvisaglie del tecnico, ma che merita una soluzione per il bene di tutti, tifosi in primis che sono sempre lì a crederci e metterci il cuore, ora tocca a giocatori, allenatore e club mettercelo, prima di guardarsi negli occhi e dirsi che è stato bello, emozionante, ma che forse qualcuno è al capolinea.


A cura di Sara Ghezzi

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