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editoriali

Dice bene Spalletti: il Napoli non può vivere le partite alla mercé del caso, senza controllo

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Il Napoli è fuori dalla Coppa Italia dopo aver perso ai rigori contro la Cremonese, ultima in classifica in Serie A. Anche questo è il calcio: Spalletti ora avrà da preparare la focosa trasferta di Salerno per chiudere il girone d'andata

Mattia Fele

Il Napoli di Luciano Spalletti non regala partite banali neanche nelle sconfitte. Contro la Cremonese finisce 6-7 d.c.r., una sconfitta pesante sotto una pioggia biblica, piena di nervosismo e dopo aver speso un triliardo di energie sul campo. Un classicone: la prima in classifica che gioca in Coppa contro l'ultima in una gara secca, dove l'ultima ha pure cambiato allenatore da 48h (e l'allenatore è Ballardini, esperto di queste energie mistiche del calcio) eliminata dopo una partita rocambolesca e bruttina, con poca qualità. E si veniva da un 5-1 roboante contro la Juventus di Allegri, mentre la Cremonese aveva perso in casa contro il Monza per 3-2 fallendo un rimontone che sarebbe stato anche ingiusto. Questo è il calcio ed è bello anche così, direbbero i bravi. Noi diciamo che perdere di certo non aiuta a vincere e che ora a Salerno ci sarà una difficoltà in più oltre a quella ambientale.

Ma non era un'amichevole

Dice bene Spalletti: il Napoli non può vivere le partite alla mercé del caso, senza controllo- immagine 2
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Checché si possa snobbare la competizione - di certo ha un format molto obsoleto, ma è l'unica Coppa italiana esistente - Napoli-Cremonese non era un'amichevole del martedì sera. Eppure gli uomini di Spalletti (cambiati di 10/11 rispetto alla Juve, giustamente aggiungeremmo ndr) sembravano quelli delle sfide al Lille e al Villarreal, nel pieno delle feste di dicembre e col cielo terso. Al Maradona ieri sera c'era invece da far battaglia perché gli avversari - che nella loro storia erano arrivati ai Quarti nella competizione solo due volte - non erano venuti solo a fare prestazione o esercizio di palleggio. Così Pickel ha sbloccato il risultato con un Okereke ispiratissimo, differentemente dalla catena difensiva lato destro. Malino Bereszynski con Ostigard, anche se va detto che una squadra senza intese costruite non può che avere questo genere di difficoltà. Distanze tra i reparti, comunicazione di basso livello, poca conoscenza mnemonica dei movimenti di tutti. Di buono c'è che Spalletti ha potuto mettere minuti nelle gambe di tutta la rosa, oltre alla prestazione all'avviso di chi scrive di grande intelligenza di Elijf Elmas. Il macedone ha trovato un senso alla sua duttilità (ha imparato tutti i ruoli) e ci ha messo una qualità in più tutta muscolare. Di più, sembra improvvisamente più consapevole di quello che può fare in campo. Spalletti ne ha grandissimo merito.

Nel primo tempo il Napoli ha subito ribaltato con Simeone e Juan Jesus e ha controllato la gara praticamente fino al gol di Felix Afena-Gyan, arrivato dal nulla dopo qualche palla persa di troppo in uscita. Altro classicone del calcio, la copertura che non arriva, la partita che rimane in bilico e la gestione imperfetta della squadra nettamente più forte. Contropiede, cross e goal. Una semplicità crudele che relega la partita ai tempi supplementari (dove Simeone prende un palo-traversa clamoroso) e poi ai rigori. I rigori sono gesti tecnici e la Cremonese non ne ha sbagliato nessuno, Lobotka invece l'ha calciato fuori e il Napoli è stato eliminato dalla Coppa Italia 2023. A Ballardini il solito merito di entrare in corsa e illuminare di brio le squadre che incontra, lavorando pure su dei princìpi tattici ben visibili. Primo su tutti l'ordine, poi l'essere accorti e corti. Come ha poi dichiarato, però, ci vorrà ben altro per salvarsi in Serie A, a -9 dal Sassuolo quartultimo clamorosamente. I grigiorossi troveranno la Roma a fine mese, proprio prima dello scontro dei giallorossi al Maradona del 29 gennaio. A Spalletti e al Napoli si può rimproverare poco, se non l'atteggiamento (che dalla TV può sembrare tale, ma forse è poca brillantezza - si è giocato ieri l'altro - o difficoltà di girare una partita messa su un certo piano) di alcune individualità subentrate (anche titolari) o di aver sprecato le occasioni del 3-1 che avrebbe chiuso il tutto. Di certo sarebbe stata più amara una sconfitta a Salerno, che si prepara a questo punto come una sfida difficilissima per chiudere il girone con un umore importante. Una sfida dirimente, come ogni derby, nonostante i granata per ora siano in una zona del tutto franca. Nicola o non Nicola, all'Arechi il Napoli avrà una difficoltà in più da superare, certamente con un Kvaratskhelia in più dalla sua parte e con la consapevolezza di non aver ancora vinto niente. In questo senso può far meno male perdere la Coppa Italia subito dopo il rumoroso 5-1 piuttosto che notare delle superficialità in un campionato da mordere fino all'ultimo fischio. Ma, ripetiamo, Napoli-Cremonese non era un'amichevole e come dice Spalletti se non si ripropone sempre la stessa qualità, allora in tutte le gare potrà sempre succedere di tutto. Si ritorni presto in controllo.

A cura di Mattia Fele

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