È tornato decisivo il danese, prima in Supercoppa e ora in questa giornata di campionato. Il bomber non solo segna, ma dà carica, ha voglia di distruggere la porta, disegna giocate e movimenti che mandano in tilt la difesa avversaria. Un segnale importante che si sposa alla perfezione con la difesa azzurra che dà solidità e tranquillità a tutta la squadra. Con Hojlund brilla anche Neres, altro uomo decisivo nelle gare di Riyadh, che è in crescita costante negli ultimi mesi. Sembra aver sgomberato la testa dall’eredità pesante, quella di Kvara, che gli era stata affibbiata. Tutti fattori fondamentali nella parabola di ascesa del Napoli che se del Maradona ne ha fatto un fortino, in trasferta ha commesso qualche passo falso. Fa parte del gioco e ci può stare. Ma è chiaro che la possibilità di vivere un’altra stagione vincente passa proprio dalle gare lontane da casa. Il segnale di Cremona è anche questo: non era facile, la squadra di Nicola sta stupendo e sta andando oltre le aspettative in questa prima metà di stagione, questo avvalora ancor di più la vittoria della banda Conte. Ora ancora una trasferta in casa della Lazio dell’ex Sarri: la prova della verità. In un momento di crescita una gara così può portare ancora più conferme o stringere la lente d’ingrandimento su quale sia il problema lontano dal Maradona. Nel bene e nel male è una partita che vale oltre i tre punti. Se il Napoli a mani basse ha vinto l’Oscar del calcio italiano 2025 mettendo nel sacco le strisciate del Nord, nel 2026 può definitivamente cambiare gli equilibri della Serie A. Milano ha chiamato e il Napoli ha sempre risposto, ma il telefono continuerà a squillare e starà a Conte dare la risposta che tutti si aspettano.
A cura di Giovanni Frezzetti
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