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Spalletti ha costruito un Napoli «kloppiano» che inventa spazi in mezzo agli avversari

Spalletti ha costruito un Napoli «kloppiano» che inventa spazi in mezzo agli avversari - immagine 1
Il Napoli non ha solo raggiunto gli Ottavi di finale di Champions con due giornate d'anticipo. Ha spaccato il girone e il calcio europeo. Si è esibito ovunque e in tutti i modi. Ha gridato "idioti!" a chi non s'era accorto di Kvaratskhelia

Mattia Fele

Cambiano gli addendi, lo stadio, l'ordine delle squadre nelle grafiche UEFA. Non cambia il risultato del Napoli che ha demolito lo storico Ajax per la seconda volta in una settimana. In cattedra Kvaratskhelia, Zielinski, Mati Olivera e ancora una volta Luciano Spalletti. La sua squadra gioca come il Liverpool di Klopp (dei tempi d'oro ndr), col naso all'insù alla ricerca dello spazio in avanti. Con dinamismo, con letture e con intesa perfetta. Col 4-3-3 che spacca il calcio europeo. Unica pecca l'infortunio di Anguissa che si unisce a quello di Rrahmani, ma saranno grane con cui dovranno aver a che fare tutti.

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Nel frattempo è tornato Osimhen e ce ne siamo accorti tutti: il 4-2 della sicurezza è suo ed è un gol famelico, di chi sa benissimo di doversi riprendere la squadra e di mangiarsi il mondo come promesso. Victor è piombato su Blind e gli ha tolto il tempo di respirare (non che Lozano invece gliene avesse dato ndr), ha segnato e ha tolto la maglia e lanciato via la maschera. Come ha fatto tutto il Napoli che non può più nascondersi: è forte. Primo tempo da urlo, nonostante - va detto - l'Ajax ci abbia messo del suo anche oggi con una presunzione che forse è uno dei motivi per cui l'Olanda non ha ancora vinto nulla in giro per il mondo. Troppi ricami su loro stessi, poca attenzione all'analisi dell'avversario. Questo è il mio gioco e lo farò. Invece il calcio nel 2022 va pensato anche (se non soprattutto) senza palla, sia in offesa che in difesa. Così si comporta il Napoli più kloppiano della storia, che ricorda un po' il Dortmund che arrivò in finale di Champions nel 2013. Verticale, veloce e scoppiettante con individualità in uno smalto straordinario.

Inutile commentare Kvaratskhelia che ha rivoltato le palpebre e minato alla salute mentale di Sanchez per tutto il tempo in cui è stato in campo. Irreale il fatto che nessuno riesca mai a prenderlo nonostante i suoi movimenti siano più o meno simili. Ha un'esplosività, un tempo nello scatto e un'intelligenza tattica che in questo momento è difficile ritrovare in qualunque altro esterno nel calcio che conta. Neppure in Premier (eccetto forse il miglior Salah o il miglior Son del Tottenham). Khvicha è decisivo, determinante ed instancabile. Tre aggettivi che al pubblico di Napoli mancavano in modo esorbitante, o che più spesso erano adattati a dei 9 puri e non agli esterni (con Insigne che ha dominato la fascia per 10 anni senza possibilità di ricambio). Da Higuaìn a Cavani e poi a Mertens, nessuno avrebbe mai potuto immaginare che il successore sarebbe stato un esterno venuto dalla Georgia. Il mondo si è innamorato di questo calciatore come si è visto poche altre volte nella storia.

Il Napoli ha giocato sul velluto e questo ha anche portato ad abbassarsi, dunque gli olandesi hanno avuto per più tempo il possesso. Con la palla al piede sono micidiali nei loro scambi stretti e nella loro tecnica di base, anche forse superiore individualmente. Così torna al gol in Champions Klaassen, noto obiettivo secolare del Napoli, e poi su rigore - abbastanza discutibile - l'Ajax mette dentro il 2-3 che farà dire a Schreuder che la sua squadra si è impegnata e meritava di più. Uno specchietto per le allodole inutile, che condanna tra l'altro l'Ajax a scendere nei quasi Inferi dell'Europa League. Il calcio che conta meno. Spalletti ha subito voluto dare 45' ad Osi, togliendo via un Raspadori eccezionale (ha fatto un gol pazzesco di sinistro ndr), e ha dovuto inserire Ndombele per l'infortunio del camerunese. Poi ha messo dentro Elmas e Politano e Gaetano nel finale, nel momento in cui il vantaggio doveva essere mantenuto. Ancora tanto coraggio da parte dell'allenatore forse più sottovalutato del movimento italiano. Sta facendo come Klopp perché si è aggiornato. Perché è una persona colta. Competente. Va avanti col merito e non col blasone. Una roba inesistente nel mondo di oggi a tutti i livelli.

Postilla importante per Hirving Lozano, che è stato a dir poco imprendibile per tutta la partita. Finalmente ha quella fiamma, quell'entusiasmo che gli fa girare le gambe più velocemente. È difficile ora immaginare un Napoli in difficoltà - e quello che stiamo vedendo resterà negli annali anche se dovesse esserci un calo clamoroso - ma sarà proprio lì, in mezzo ad infortuni vari ed episodi sfortunati che si dovrà vedere la freschezza mentale della squadra per ora più forte d'Italia. Per ora la stanchezza sta solo incidendo sulle gambe ed era inevitabile, ma quando colpirà i fasci nervosi bisognerà trovare degli uomini buoni. Delle persone disponibili. Un gruppo predisposto al sacrificio comune.

 

A cura di Mattia Fele

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