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Meret avrebbe ragione a lasciare Napoli: troppa pressione e diffidenza costante

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Alex Meret sta vivendo un'altra stagione da bersagliato. L'ennesima. Inutile dire quanto sia ingiusto, essendo Alex un ottimo portiere. Ma forse è tempo di dividersi a fine anno e tentare di svoltare la propria carriera verso maggior serenità
Mattia Fele
Mattia Fele Editorialista 

Alex Meret è arrivato al Napoli come un buonissimo portiere, giovane e da lanciare come una rivelazione del campionato. Non tutti lo ricordano ma nel 2018-19 fece una stagione straordinaria nel primo anno di Ancelotti, con parate mozzafiato - una su tutte quella su Salah in Champions League, ma non fu l'unica - e salvataggi di ogni tipo. In Europa League fu protagonista contro l'Arsenal in una gara che poi decretò l'eliminazione del Napoli, in campionato si esibì in parate spettacolari e sempre, ripetute. Di piede, di istinto, in uscita, su tiri ravvicinati e non. Insomma ha mostrato tutte le sue doti. Dopo un po', però, al calar del momento positivo del Napoli ancelottiano è venuto giù il sipario sul suo momento di grazia e di entusiasmo a Napoli.

L'ora del disinnesco

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Con Gattuso, Meret da buon portiere è passato a brocco perché non in grado di impostare con i piedi. L'ex Milan cercava in tutti i modi di partire dal basso anche insistentemente e quasi come obbligo, pertanto - avendo Ospina come alternativa - Alex sedeva in panchina spessissimo. Gli anni dell'alternanza, che per un portiere non ha nemmeno poi così tanto senso. L'immaginario collettivo non ha mai perdonato a Meret i primi errori di gennaio 2020 contro l'Inter (finì 1-3 ndr), i cui due gol furono frutto evidente di due clamorosi errori su tiri di Lukaku, oltre che scivoloni da parte di tutta la difesa. Era un Napoli allo sbando e il portiere era in fanalino di coda, l'ultimo anello malato di una catena che non funzionava dalla A alla Z. Poi un po' di luce con Spalletti al primo anno, ma sempre troppo evidente era il distacco con Ospina quanto a prestazioni e sicurezza in uscita con i piedi. Da qui dunque le polemiche: ma i portieri non devono innanzitutto parare? Ma forse non è nelle caratteristiche di un portiere come lui riuscire ad essere anche presente costantemente nell'azione, connesso ai difensori e ai compagni anche fuori dai pali? È da Napoli? Chiaramente i giocatori leggono i giornali e stanno sui social per molte ore quindi Meret ha sentito, risentito e ingiustamente riascoltato ancora quanto si diceva di lui in città da parte anche di addetti ai lavori. Chi lo difendeva erano e sono soltanto ex portieri che capiscono di trovarsi di fronte a un ragazzo con una tecnica della parata del tutto sopraffina.


Meret è un ottimo portiere con doti specifiche: è bravissimo a distendersi sui tiri dalla distanza, è bravo nelle uscite basse sui piedi dell'attaccante. Si muove bene ed è sempre posizionato in un modo piuttosto corretto sulle conclusioni ed è migliorato molto con Rosalen Lopez nel guidare l'azione da dietro e avere visione sulle imbucate, anticipando spesso gli attaccanti avversari. Poi si dice di lui che non abbia carisma e personalità e che non guidi le difese, ma chi scrive dubita fortemente che da questo si possa valutare se un portiere sia forte o no. Di certo Maignan è un'altra cosa, ma pure lui fa i suoi errori (contro il Genoa la sua entrata killer è stata scandalosa al limite dell'area ndr) e comunque - per quanto possa sembrare blasfemo - su certe specifiche doti tecniche magari non è neanche al livello di Meret. Si parla di pura tecnica della parata. Poi è più efficace ed ha i piedi di un centrocampista, c'è poco da dire.

Il punto nodale della questione è che Meret, pure dopo aver rinnovato e con tutta la fiducia del suo allenatore e della società, e pure dopo un'ottima stagione culminata con lo Scudetto e con parate decisive per ottenerlo (si veda su Piatek in Salernitana-Napoli o a Milano su Giroud, quella clamorosa ndr), non viene accettato da una piazza che anzi lo crocifigge ad ogni gol segnato. Persino quello di Bonaventura dell'1-2 parziale della Fiorentina al Maradona, che era un rigore in movimento. Certo, sul primo c'è stato un errore ed è stato quello di non proteggere per nulla bene il proprio palo. Grave, ma non da affibbiare al portiere tutti i problemi del Napoli. Non fa mai un miracolo, come se fosse Spiderman. La sensazione è che a Napoli un calciatore o è sensazionale e di livello top o è bollato a vita come brocco: è la Lozanite, che ha fatto passare di fatto in secondo piano la cessione di un calciatore forte come Lozano ma che della piazza non era considerato all'altezza. Anche Meret forse deve andar via se vuole salvarsi la carriera e se vuole vivere un ambiente sereno in cui non subisca pressioni esagerate e ingiuste. In cui venga apprezzato così com'è. Vedrete che anche gli errori non saranno più così tanti.

 

Di Mattia Fele

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