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Maradona lo chiamò al Napoli, ma Vialli gelava il San Paolo a suon di gol

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Nella primavera del 1987 la pazza idea di Ferlaino e Diego: portare Gianluca Vialli al Napoli per riconfermarsi campioni
Domenico D'Ausilio
Domenico D'Ausilio Vice caporedattore 

Domenica alle 18.30 allo stadio Maradona il Napoli affronta la Sampdoria nell'ultima giornata di Serie A 2022-2023, quello del terzo trionfo azzurro nell'albo d'oro della massimo campionato di calcio. Da contraltare fa la situazione dei blucerchiati, ormai retrocessi in Serie B dopo undici anni. Le due compagini hanno raggiunto sicuramente i loro fasti migliori nello stesso periodo: tra la fine degli anni '80 e l'inizio dei '90. Gli azzurri vinsero due scudetti, una coppa Uefa, una Coppa Italia e una Supercoppa Italiana in quegli anni, grazie al genio di Maradona e i suoi fidi scudieri. I blucerchiati, invece, portarono a casa uno scudetto, una Coppa delle Coppe, quattro Coppe Italia e una Supercoppa Italiana, grazie ai gemelli del gol Vialli e Mancini. Insomma, erano due squadre abituate a vincere.

Quando Maradona chiamò Vialli al Napoli

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Il Napoli aveva appena vinto il suo primo scudetto nel 1987 e Ferlaino con Maradona sognava già il bis tricolore e l'assalto alla Coppa dei Campioni e, dunque, il club azzurro si fiondò subito sul mercato per rafforzare una rosa già competitiva, ma evidentemente non abbastanza per tornare a vincere in Italia e portare a casa il primo trionfo europeo. E allora la pazza idea di Ferlaino e Maradona: portare Gianluca Vialli al Napoli. L'ingegnere chiamò il collega blucerchiato Paolo Mantovani per proporgli l'affare, con quest'ultimo che sembrava anche disposto a chiuderlo, ma il presidente azzurro trovò un muro invalicabile: quello dello stesso Vialli che non volle muoversi da Genova. Il club azzurro si "consolò" col centravanti brasiliano Careca che con Maradona face faville. Nel 1987-1988, però, il Napoli non riuscì a confermarsi in Italia dopo aver sprecato un grande vantaggio sul Milan nelle ultime gare, regalando il tricolore agli uomini di Sacchi, conquistando un solo punto nelle ultime cinque partite. Anche in quella stagione Napoli-Sampdoria si disputò nell'ultima giornata e gli azzurri si arresero ai blucerchiati (1-2) grazie al gol decisivo, ironia della sorte, proprio di Vialli al 67esimo.


Curiosamente, il Napoli non riuscì mai a battere la Samp al San Paolo negli anni dei trionfi dal 1987 al 1991. Nemmeno nell'anno del secondo scudetto quando vinse tutti i match disputati a Fuorigrotta, tranne uno: 1-1 proprio contro i blucerchiati. A chiudere la serie nera fu l'1-4 del 1990-1991 con doppietta del solito Vialli che a fine stagione si laureò per la prima volta campione d'Italia con i blucerchiati, succedendo proprio al Napoli. Maradona e Vialli furono vicini a giocare insieme in Italia in azzurro, ma la sorte giocò un brutto scherzo il 24 marzo 1991. Sampdoria-Napoli 4-1 (stesso risultato dell'andata): Maradona gioca la sua ultima partita in Italia, segnando su rigore il suo ultimo gol in azzurro, con Vialli che segnerà ancora una volta una doppietta. Ma nessuno sa che per Diego sarebbe stato l'ultimo match con il Napoli, nemmeno lo stesso Maradona. Purtroppo il destino stava per compiere il suo corso dopo che El Pibe de Oro fuggì dall'Italia dopo essere stato trovato positivo alla cocaina nel match della domenica precedente contro il Bari, vinto 1-0 con il gol del suo "erede" con la maglia numero 10, Gianfranco Zola. Ma questa è un'altra storia.

A cura di Domenico D'Ausilio

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