A cura di Sara Ghezzi
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editoriali
La notte dei sogni, la notte del ritorno del Napoli in Champions League dopo un anno in cui i viaggi azzurri hanno toccato solo l’Italia senza vedere l’Europa. La prima di Conte alla guida partenopea in quella competizione in cui ancora non è riuscito a lasciare il segno, la prima di De Bruyne da avversario del Manchester City in quella che è stata casa per 10 anni. Tutto sembrava presagire ad una magia unica fino all’espulsione di Di Lorenzo che da capitano lascia in 10 i suoi al 21’ minuto del primo tempo. Da lì l'inizio di una partita completamente diversa da quella preparata.
Ma quel cartellino rosso mostrato agli occhi del terzino azzurro dopo l’intervento del Var ha mostrato al mondo la grande personalità di Antonio Conte, l’umiltà del campione Kevin De Bruyne e il cuore del Napoli. Perché se c’è qualcosa da analizzare di questa gara minata dall'espulsione del capitano è questo aspetto, se, invece, si vorrà guardare solo al risultato meglio passare avanti. Questa squadra ieri sera ha dimostrato di avere una capacità unica di sacrificarsi anche quando la tua “guida” in campo si rende partecipe di un errore grave che in Champions si paga caro soprattutto se contro hai il Manchester City, una delle squadre più forti al mondo. Gli azzurri hanno resistito 56’ minuti fino a quando Haaland ha deciso che era arrivato il momento di chiudere la pratica e aprire le danze per i padroni di casa, da lì i ragazzi di Conte hanno perso compattezza subendo il raddoppio di Doku. Due gol per i Citizens che questa sera a tratti hanno ritrovato le loro caratteristiche migliori con ragnatele di passaggi e giocata dei talenti di Guardiola, una sconfitta dopo la resistenza infinita dei ragazzi in blu che hanno ribattuto ogni tentativo fino a quando le gambe e la mente hanno retto.
Il mondo però ha potuto ammirare, come anticipato, la grande personalità di Antonio Conte nel caso qualcuno avesse qualche dubbio. Non tutti gli allenatori avrebbero avuto la forza di cambiare De Bruyne dopo 25’ minuti nella sfida più emozionante per lui, quella a casa sua, con la sua agente che lo ha accolto come un re. Lui un fuoriclasse assoluto, un campione che viene richiamato in panchina per lasciar spazio ad un terzino dopo l’espulsione. Il condottiero in panchina ha dimostrato di non avere sudditanza nei confronti di un campione da anni nell'elite del calcio mondiale. Ma quello stesso campione ha dato una lezione incredibile a tanti ragazzi che pensano di esser arrivati dopo qualche partita di buon livello. Perché Kevin è uscito dal campo in silenzio, applaudendo e salutando il suo tecnico consapevole che quella fosse una scelta difficile, ma giusta per la squadra.
Guardando Manchester City-Napoli, c’è stata la sensazione di non aver assistito ad una gara ad armi pari, il divario è enorme, è innegabile, ma gli azzurri non hanno avuto la possibilità di mostrare veramente il loro valore, dovendo pensare a combattere a denti stretti. Per questo motivo di questa trasferta inglese rimane il cuore di questi ragazzi che ha battuto fin quando ha potuto, rimane un comandante vero alla guida e un campione di umiltà. Poi sui campi di Castel Volturno si discuterà di quanto non è andato e di cosa bisogna fare per salire di livello in campo europeo, nel frattempo si abbia la consapevolezza di avere una squadra di uomini veri! Dilidin, dilidon we are in Champions League Guys!
A cura di Sara Ghezzi
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