Mala tempora currunt per noi italiani: il momento tanto indesiderato è realtà

Qatar, primi Mondiali invernali nella storia. Ci siamo, oggi al via. E con essi inizia il periodo più duro per noi italiani appassionati di calcio. Come resistere per quasi due mesi senza calcio, senza campionato e senza nemmeno Nazionale. Si può?

Mala tempora currunt per gli italiani

(Photo by Qatar 2022/Supreme Committee via Getty Images)

Per poter capire a pieno questo "dramma" sportivo bisogna tornare indietro di circa otto mesi, da quella nefasta sera di Italia-Macedonia del Nord a Palermo. O forse ancora prima, al doppio pareggio con la Svizzera nel girone che ci tolse la possibilità di andare direttamente in Qatar tra settembre e novembre 2021. Anche a causa dei due rigori sbagliati da Jorginho. Da Campioni d'Europa. Con gli azzurri che per la seconda volta venivano estromessi da un Mondiale. La domanda che più di ogni altro affliggeva gli appassionati di calcio era "Cosa faremo tra novembre e dicembre prossimi?". Già, cosa faremo? Il tempo distante dall'evento ci inducevano a non pensarci, a un "poi si vede" di circostanza. Ma adesso, purtroppo, quel momento è realtà. Un momento mai vissuto prima così a lungo senza pallone che ci vede interessati.

Precedenti storici ma...

Certo un periodo del genere fu vissuto nel 2020 durante il Covid, ma rappresentava un'eccezionalità e poi sfido chiunque a dire che ricorda con positività quei giorni. Certo anche nel 2018 ci fu un Mondiale senza Italia, così come tutti i periodi in cui il campionato è fermo d'estate. Ma in quei casi, appunto, è estate. La stagione degli svaghi, del mare, delle gite fuori casa. Ma d'inverno, quando è forte il richiamo del divano e del camino, con magari una bella partita in tv? Non resterà che affidarsi a Netflix oppure per i calciofili incalliti gustarsi comunque questo Mondiale magari scegliendo una squadra da tifare in base ai propri gusti. Magari quella di uno dei cinque calciatori del Napoli o la solita Argentina di Diego. Ma non sarà lo stesso...

a cura di Tony Sarnataro

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