Sulla questione dell'assetto tattico, la partita ha dimostrato che il Napoli può giocare con ogni modulo se ha gli interpreti giusti al posto giusto. Conte ha fatto bene ad affidarsi al 4-3-3 buttando Neres nella mischia e a capire poi che c'era qualcosa da ritoccare. Infatti, l'assenza di De Bruyne ha pesato: il belga in questo momento è fondamentale negli schemi del Napoli così come lo era McTominay nella scorsa stagione. Non è una questione di schema ma di calciatori. Qui ci si collega al tema degli infortuni: Politano e Lobotka sono solo gli ultimi due di un elenco già lungo a ottobre. Questo è il rischio di puntare sempre sugli stessi calciatori ma Conte non è di certo uno sciocco. Il motivo di questa scelta è legato al discorso fatto sopra: il Napoli funziona (per ora) solo con determinati interpreti. Spinazzola, Lobotka, De Bruyne e Hojlund sono sicuramente imprescindibili in questa fase. Mai come in questo momento sia benedetta la sosta delle nazionali: il mister potrà recuperare qualche tassello e potrà anche lavorare con chi resterà a Castel Volturno. Le prossime gare saranno fondamentali nell'inserimento dei nuovi e di chi è abituato a stare seduto in panchina. Arrivano un ciclo terribile: Torino, Psv, Inter, Lecce, Como, Eintracht e Bologna. Gare fondamentali in campionato e Champions e serviranno tutte le forze disponibili. Napoli-Genoa ci ha detto che la squadra di Conte è forte ma che deve ancora lavorare per poter contare su tutta la rosa. Sarà questo l'obiettivo del mister in queste due settimane: lo spartito è lì, ora tutti dovranno imparare a suonarlo per poter farci dire ancora "Ma che musica maestro!".
A cura di Giovanni Frezzetti
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