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L’ennesima corazzata Potemkin: parlare del Napoli non interessa più a nessuno

editoriale di maurizio zaccone napoli
Una grande noia, con finale per niente ad effetto: il film scudetto è più interessante delle partite
Redazione

Udinese-Napoli, che sulla carta doveva essere un match importante, con due squadre a caccia di punti per obiettivi diversi, l’approdo ad una qualsiasi competizione europea per il Napoli, la salvezza per i friuliani, si è rivelata l’ennesima corazzata Potemkin di fantozziana memoria. Una grande noia, con finale per niente ad effetto. Tristemente. Alcune affermazioni della vigilia (Criscitiello a Sportitalia), gravi, che ipotizzavano una sicura mancata vittoria del Napoli per interessi terzi, dovevano essere smentite sul campo.

Purtroppo non è successo.

L’ennesima corazzata Potemkin: parlare del Napoli non interessa più a nessuno

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Il Napoli ha tenuto un possesso palla insistito quanto inutile nel primo tempo. Girava la palla e giravano anche le palle, per un match che non mostrava l’intenzione di sbloccarsi. Udinese impalpabile, Napoli che sembrava giocasse tra amici sulla spiaggia. Il primo tempo termina con un paio di situazioni da entrambe le parti che ci hanno permesso di non cedere ad un sonno profondo. La sblocca poi il solito Osi al 6° della ripresa, risvegliando il match. Raddoppia anche al 35° ma in fuorigioco. E in pieno recupero l’Udinese trova il pareggio. Finirà così, come tristemente preannunciato. Il Napoli si fa raggiungere durante i minuti di recupero per l’ennesima volta. Subisce reti per la sedicesima partita consecutiva.
Le quattro partite con Frosinone/Empoli/Roma/Udinese, lo sprint per l’Europa, fanno racimolare agli azzurri tre miseri punti su dodici in palio.
Se l’approdo in Conference è ancora possibile matematicamente, lo è per vari motivi, escluso l’impegno del Napoli che tutto ha fatto fuorché provarci davvero. Parlare del Napoli di oggi è difficile e non interessa più a nessuno. Sembra nemmeno a chi scende in campo. Persino la proiezione del film sullo scudetto è notizia più interessante delle partite giocate.


Dovrebbero essere comunque giorni di fuoco, perché ci sarebbe da salvare l’onore e puntare all’Europa. Ma qui stanno tutti in vacanza, arrendiamoci. C’è un Napoli nuovo da costruire, che ancora non sappiamo chi vedrà alla guida, e un Napoli in uscita, con molti che hanno anticipato le dimissioni. Ingiusto e irrispettoso per i tifosi, bisogna dirlo. Qui non si salva niente. Ma la “riconoscenza” per l’anno scorso salva tutti da accese contestazioni. Però resta il malumore palpabile, la delusione e lo sconforto per un castello rivelatosi di carta e crollato miseramente. Che si volti pagina rapidamente. C’è l’esigenza di facce e intenzioni nuove. Stamattina leggevo che è stato ritrovato il pallone d’oro di Maradona ricevuto nell’86, poi rubato e ritenuto fuso secondo le dichiarazioni di un pentito. In realtà chissà che giro ha fatto ma non è mai scomparso; è tornato e verrà messo all’asta. Anche i nostri sogni di aprire un ciclo, di tornare ai vertici, di giocarcela sempre, sembra ci siano stai trafugati e siano stati “fusi”. Che ricompaiano al più presto; possibilmente non dopo 30 anni.

A cura di Maurizio Zaccone

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