Nelle notti europee contano i nervi e la gestione del pallone e delle energie: per farlo serve l’esperienza, quella che al Napoli manca: potremmo dire che gli azzurri si trovano ora nella loro fase adolescenziale. È chiaro che avere fuori Lobotka, De Bruyne, Anguissa, Lukaku &co. in gare del genere pesa. L’approccio aggressivo del Benfica ha consentito alla squadra di Mou di mettere le cose in chiaro in 20 minuti e di gestirla con l’esperienza. La differenza, non tecnica, è stata chiara. Ma calma a far drammi: Conte ha sempre sottolineato con ragione che i calciatori del Napoli devono accumulare esperienza ed abituarsi a certe situazioni e palcoscenici. Insomma, la strada da fare è lunga ma ci sono motivi per sperare in un percorso di crescita che continuerà. 1) Conte in queste situazioni è un maestro a toccare le corde giuste; 2) Il ruolino di marcia è comunque positivo dopo la disfatta Bologna; 3) Il finale della partita col Benfica non è da buttare: si è avuta la prova che il Napoli è vivo. Un segnale incoraggiante visto che, dopo l’Udinese, arriva la Supercoppa, il primo trofeo della stagione che può dare certezze alla squadra. Poi c’è il tema infortuni: si spera che il peggio sia alle spalle, ciò che è certo è che il rientro scaglionato dei vari big porterà nuova linfa al Napoli. Conte lo sa, attende, anche lui con un po’ di “saudade” di quella creatura che, insieme al suo tocco magico, lo ha portato la scorsa stagione a fare una cavalcata storica.
A cura di Giovanni Frezzetti
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