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editoriali

Kim Minjae, dal “Ma chi è” al “Mammamia, e che giocatore!”

kim
Così Kim si è preso il cuore dei napoletani

Emanuela Castelli

Kim ha conquistato tutti, ma proprio tutti, a Napoli e oltre

Kim Minjae, il difensore è diventato granitica certezza nel Napoli senza riserve e senza titolari di Luciano Spalletti

kim min jae napoli
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"Dovrai sostituire Kalidou Koulibaly". A chiunque questa prospettiva avrebbe fatto venire un brivido lungo la schiena. Invece, noi, Kim Minjae, lo immaginiamo con il suo sorriso aperto e puro come quello di un bambino, con quell'espressione a metà tra il consapevole e lo scanzonato: "Certo, che problema c'è?". E giù il gesto al termine di Atalanta-Napoli, ché davvero non è mai sembrato preoccupato, Kim, del ruolo che sarebbe andato ad assumere nel neonascente Napoli di Luciano Spalletti. E, dunque, "che vuoi?", rivolto ai tanti che non ci credevano, ai tanti che avevano dubbi sulla tenuta di un coreano semisconosciuto dalla carriere fin lì molto scarna. Venuto a Napoli tra lo scetticismo generale, sì: quel gesto lo facevano tutti. Più che "Che vuoi?", la domanda era "Ma chi è?". Il gesto rimane lo stesso: stupore, inconsapevolezza, sfiducia. "Ma chi è?". E lui si è presentato a tutti a suon di gangnam style, di risate fragorose condivise con i compagni a Castel di Sangro, e, poi, di prestazioni eccezionali, che quel Koulibaly non l'hanno fatto rimpiangere mai. Indimenticato, il muro senegalese per i napoletani. Ma non rimpianto: Kim lo ha sostituito degnamente. Quasi in modo scanzonato. Roba che viene da chiedersi quanto sia consapevole di quello che sta facendo a Napoli. E la risposta più giusta ci sembra essere "Sì". Lui lo sa, ma lo sapeva già prima. Gli unici a non saperlo eravamo noi. Che, ora, il gesto del "Che vuoi?" lo facciamo agli altri, perché Kim - almeno fino a giugno - è del Napoli, ed il Napoli ha tutta l'intenzione di continuare a ballare il Gangnam style con lui.