calcionapoli1926 editoriali “Io non voglio giocare contro il Napoli”: tu quoque Luciano! Ora come fai col tatuaggio?

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“Io non voglio giocare contro il Napoli”: tu quoque Luciano! Ora come fai col tatuaggio?

Giovanni Frezzetti
Giovanni Frezzetti Editorialista 
Le parole di Spalletti erano frasi di circostanza, ma il marchio sulla pelle ora che fine farà?

“Che belva si sente”: questa è la classifica domanda di apertura che Francesca Fagnani fa agli ospiti nel suo iconico programma. Se avesse davanti Luciano Spalletti, la seconda domanda sarebbe: “‘Io non voglio giocare contro il Napoli. Non voglio indossare una tuta che non sia del Napoli’. Ora invece è l’allenatore della Juve: come me lo spiega?". Immaginiamo già la faccia sorniona di Luciano che proverebbe ad intortare con la sua melliflua dialettica. Ma alla fine la risposta sarebbe semplice: tu quoque, Luciano (ricalcando la celebre frase di Giulio Cesare ndr).

Tu quoque Luciano! Ora come fai col tatuaggio?

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La faccia sorpresa Luciano l’ha fatta anche quando la giornalista di Sky gli ha chiesto dell’interessamento alla presentazione dello sport dell’Amaro Montenegro. “Pensavo qui si parlasse solo del Montenegro”, e poi giù quei falsi complimenti a Tudor. Insomma, un classico show alla Spalletti. Potremmo elencare tutte le frasi da filosofo che Luciano ha enunciato a Napoli, basterebbe pronunciare la parola Juve per renderle tutte vane. Guardo il Napoli alla tv disse, poi andò in Nazionale “perché non si poteva dire di no”. Ma aveva anche affermato che non avrebbe allenato club italiani, il Napoli e lo scudetto sono tatuati sulla pelle. Ora si apre un bel dilemma: come farai a sederti sulla panchina dell’acerrima nemica, di quella che ha scippato storicamente il Napoli. Voi direte: “Conte è bianconero ed è sulla panchina azzurra”. Certo, ma c’è una differenza: Conte non si è tatuato la Juve sulla pelle, non ha fatto tutti quegli annunci da solone. Si è sempre comportato da professionista allenando anche l’Inter (acerrima rivale della Juve).

Alla fine stiamo capendo che ci teniamo stretto Antonio, che ha fatto qualcosa di ancor più straordinario. Ringraziamo Luciano che ci ha portato alla vittoria dopo 33 anni, ma quello che è accaduto dopo fa molto male. Chissà se anche lui sta rimpiangendo quell’addio: dopo il fallimento con la Nazionale, ora Spalletti ha tra le mani un’altra patata bollente. La situazione alla Juve è scoppiettante: teoricamente peggio di così non può andare. Questo è in parte vero, ma dall’altro lato c’è il rischio che possa fare la fine di Tudor: risanare inizialmente la situazione per poi ritrovarsi subito dopo ad affondare. Vabbè, alla fine son problemi suoi. Quel che resta a noi napoletani son quelle frasi che sanno tanto di presa in giro. Guardando indietro viene da pensare che quelle parole siano state di circostanza o forse Luciano si è accorto di averle pronunciate in maniera avventata. Ma anche qui son problemi suoi. A noi resta solo l’amaro in bocca, come Cesare pugnalato da Bruto. Poi ci resta anche un interrogativo: cosa farai col tatuaggio? Indosserai indumenti a maniche lunghe anche in piena estate? O lo coprirai con del nastro isolante? Prova a chiedere a Chat Gpt, spesso chi guarda il dito e non la luna ci trova una soluzione. Ci vediamo al Maradona Luciano, siamo curiosi di capire che accoglienza ci sarà per te.

A cura di Giovanni Frezzetti

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