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Insigne, il rigore fallito e le lacrime: non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore

Insigne, il rigore fallito e le lacrime: non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore

“Ma Nino non aver paura di sbagliare un calcio di rigore. Non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore. Un giocatore lo vedi dal coraggio, dall’altruismo e dalla fantasia”, cosi recitano i versi di Francesco De Gregori nel...

Giovanni Frezzetti

“Ma Nino non aver paura di sbagliare un calcio di rigore. Non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore. Un giocatore lo vedi dal coraggio, dall’altruismo e dalla fantasia”, cosi recitano i versi di Francesco De Gregori nel brano “La leva calcistica della classe '68”. É per questo che Lorenzo Insigne non deve abbattersi e non deve essere criticato per il rigore fallito. Ma se un appunto vogliamo farlo, a Lorenzo mancano la freddezza e il furore agonistico per essere un fuoriclasse.

Insigne, il rigore sbagliato e il carattere

Sbagliare un rigore pesante capita, è capitato a tutti i più grandi. Noi italiani ricordiamo sicuramente quello di Baggio a Usa ‘94 nella finale col Brasile. Insigne non si abbatta: non è il primo rigore che sbaglia e non sarà nemmeno l’ultimo. Non é da questi dettagli che si giudica un calciatore abbiamo detto. Ma se proprio si vuole fare un appunto a Insigne non è di certo sul rigore. Lorenzo non ha dato alla squadra la scossa necessaria per reagire dopo il rocambolesco gol subito da Cristiano Ronaldo. Questo é un particolare importante. Insigne si sarebbe dovuto caricare la squadra sulle spalle, come un vero capitano sa fare, e come Gattuso sta tentando, invano, dia fare dal primo momento in cui si é seduto su quella panchina. Il Napoli poteva, doveva, reagire allo schiaffo subito. In campo avremmo dovuto vedere 11 rivoluzionari sotto lo sguardo vigile del comandante Ringhio e del capopopolo Lorenzo. E invece? Invece la squadra ha mostrato troppo timore, e di questo Insigne, in qualità di capitano, ha le sue colpe.

Insigne, le lacrime dopo il rigore e la freddezza

Tornando al rigore di Insigne potremmo contestare un’altra cosa: la mancanza freddezza. Questa mancanza, però, ha un’accezione sia positiva che negativa in questo caso. Lorenzo non è stato abbastanza freddo dal dischetto, ha sentito troppo la pressione e l’importanza della partita. Le statistiche sostengono anche la tesi delle gambe che tremano contro la Juve: su 3 rigori tirati contro i bianconeri Lorenzo ne ha sbagliati 3. Poi oggi ha calciato il rigore in maniera diversa rispetto alle ultime volte quando, invece, aveva tirato alto, e non rasoterra. Forse ha cambiato idea in corsa, forse no: ma quel maledetto pallone è finito fuori. E qui la mancanza di freddezza ha un’accezione negativa. Quasi come se questa mancanza di Lorenzo sia dovuta all’eccesso di passione, quella che il filosofo Kant chiamava “cancro per la ragion pura pratica e generalmente inguaribile”. Ma questa mancanza di freddezza di Lorenzo la intendiamo anche in senso positivo, come dimostrano le sue lacrime. E allora Insigne non si è trattenuto, non ha scelto la via della freddezza: ha tirato fuori tutta la sua passione per la maglia del Napoli. E allora bisogna ripartire da qui, da queste lacrime che devono portare l’ambiente a reagire. Il primo trofeo è andato, ma ce ne sono altri da conquistare. Insigne prenda per mano il Napoli e lo riporti a lottare, a correre, a giocare con furore. Non è mica da un rigore sbagliato che si giudica un giocatore, ma dal suo carattere e dal modo in cui reagisce alle avversità calcistiche.

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