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Il Napoli va oltre l’arbitro, ma dove si deve bussare per dire che qualcosa non va?

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Il Napoli merita la vittoria, ma deve farsi sentire per chiedere obiettività
Redazione

Dopo la vittoria con il Braga ci chiedevamo se il vento avesse cominciato a girare dalla nostra parte. Ora, non so da quale parte girava, ma il vento c'era eccome, tanto che si è portato appresso parte della copertura dello stadio.

Il Napoli va oltre l'arbitro, ma dove si deve bussare per dire che qualcosa non va?

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Si ritarda quindi l'ingresso di un'ora e mezzo anche perché era troppo tempo che non si faceva una bella fila di due ore ai tornelli. Il match inizierà mezz'ora dopo, per permettere l'ingresso a tutti. Il Napoli è in formazione tipo, con il solo Cajuste al posto di Zielinski. L'arbitro spiega subito le nuove regole. Ovvero che la partita può diventare rissa, senza problemi, tanto lui si sarebbe girato dall'altra parte. La gestione dei cartellini è il modo più semplice ed efficace per condizionare una gara. Basta il primo non dato per far capire a un difensore che può picchiare e a un attaccante che deve stare attento. Come basterebbe invece comminarlo un cartellino per far capire che una partita è una partita e non una lotta greco romana. Ma anche Marcenaro si allinea alle linee guida imposte da chissà chi e seguite pedissequamente anche dagli arbitri Mariani ed Orsato nei match precedenti. Ovvero: "picchiate liberamente, nel caso ammoniamo Kvara". Ma il Napoli va oltre l'arbitro. Gioca bene, molto bene, nel primo tempo gli manca solo il gol. E nella ripresa, dopo il tanto sospirato rientro di Mario Rui, arriva anche il gol. Ampiamente meritato.


Ma il tempo di gioire dura meno di festeggiamenti di uno scudetto della Juve che il Cagliari subito trova il pareggio, con il classico gol dell'ex più prevedibile di un titolo di Tuttosport. Poi però i gioielli del Napoli si accendono ed il campione nigeriano palleggia in area avversaria (mio figlio ha detto "mi ricorda Pelé" avendo visto il film), serve Kvara che la mette dentro. Si sbloccano tutti e si sblocca il risultato, o meglio si riposiziona dove doveva stare, in vantaggio per il Napoli. Ci sarebbe anche il terzo gol ma l'impeccabile squadra arbitrale decide di farsi ricordare anche per questo annullandolo ingiustamente. Finirà 2 a 1 per il Napoli, e quando i posteri leggeranno il tabellino della partita scopriranno che negli azzurri ci sono stati cinque ammoniti e solo tre per il Cagliari. I tabellini sono pericolosi, raccontano storie diverse, come gli albi d'oro.

Ogni tanto sento dire che il Napoli "deve farsi sentire". Io non so di preciso a quale piano si trova la porta del palazzo dove si deve bussare per dire che c'è qualcosa che non va. Come non so come si può fare per chiedere obiettività ad un sistema informativo nordcentrico che ieri ha titolato a reti unificate in prima pagina un gol annullato alla Juve, dopo che nei precedenti 20 anni ha dimenticato di farlo quando succedeva il contrario. La solita storia. La storia di oggi invece ci racconta che il Napoli ritrova le sue due stelle in attacco, che a ridestarle è Mario Rui, che la classifica ci regala un momentaneo quarto posto, che Mazzarri è sereno e affidabile, che la strada è lunga e non sappiamo dove ci porterà, ma soprattutto che non abbiamo santi in paradiso. Non li abbiamo mai avuti, ma oggi più che mai c'è da tenere gli occhi aperti. Domani il sorteggio Champions, e abbiamo più possibilità con la sorte che con gli arbitri. Poi ci tocca il big match con la Roma il giorno dell'anti vigilia di Natale. Uno di quegli incontri che vale sei punti; determinante ma non un crocevia. Il Napoli si potrà sentire ritrovato solo quando inanellerà un filotto di vittorie superiore ai 3 match consecutivi, con relativo ridisegnamento della classifica. Fino ad allora c'è solo da lavorare e ritrovarsi. Giorno per giorno.

A cura di Maurizio Zaccone

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