editoriali

Marek ha bisogno di noi

Giovanni Ibello

"Cosa avete contro la nostalgia, è l'unico svago che resta a chi è diffidente verso il futuro". In questi tempi così incerti rifugiarsi nell'amore non è mai un errore. Anche solo per questo Marek merita di tornare a casa.

Hamsik può davvero tornare a casa?

La serie TV "Speravo de morì prima" illustra - con inquietante precisione - gli ultimi mesi del Francesco Totti calciatore. Al di là dell'accesa rivalità tra azzurri e capitolini, è davvero struggente mettersi nei panni dell'ex 'pupone' e provare le medesime emozioni di un fuoriclasse che per amore del calcio deve scendere a patti con la scure del tempo.

Nella vita arriva sempre un momento in cui, anche se può suonare drammatico, "il meglio è alle spalle". Ogni giocatore sa che esiste un primo e un secondo tempo dell'esistenza. E c'è un quesito che "non fa prigionieri": se solo il calcio ha senso, cosa fare, una volta appese le scarpette al chiodo, di tutto quello che rimane?

Hamsik e il Napoli, più di un amore

Questi ragazzi guadagnano milioni, è vero... sono dei privilegiati, ma non si può non empatizzare con loro. Anche perché, lasciatecelo dire, certe emozioni prescindono dal conto in banca. L'amore per il gioco è una "gioia bambina", un sentimento che ci affratella tutti.  Parlando di stelle oscurate dal tempo, è impossibile non rivolgere un pensiero a quel giocatore che negli ultimi dieci anni, più di ogni altro, ha ricordato il capitano della Roma. Stiamo parlando naturalmente di Marek Hamsik.

Il centrocampista slovacco, proprio come Francesco Totti, avrebbe potuto giocare in qualsiasi club e fare incetta di trofei. Eppure, per qualche oscura e mistica ragione, pur non essendo napoletano, ha eletto il capoluogo partenopeo come "luogo dell'anima". Anche per Hamsik - al pari di Francesco - l'addio all'azzurro è stato traumatico. I tifosi non erano certi che quel gelido Napoli-Lazio sarebbe stata la sua ultima partita con la casacca azzurra. Forse neanche Hamsik era convinto di partire per l'eldorado cinese. Non c'è stato giro di campo, né tributo alcuno. Un commiato indecoroso per non dire anonimo.  Un fuoriclasse di questa risma meritava ben altro. Perché gli altri passavano, lui restava. Proprio lui, il più forte di tutti.

L'ex Dalian è un classe 1987... tradotto "ha ancora tanto da dare al calcio". E qui il paragone con Totti regge poco.  Ma veniamo i fatti di oggi e proviamo a a fare i "detective delle emozioni", tracciando una panoramica degli indizi a nostra disposizione. L'ex capitano "ha bisogno d'aiuto", e forse anche Napoli ha un tremendo bisogno di lui. Marek sta mandando dei messaggi inequivocabili alla società. Altro che segnali di fumo! Lo dice a chiare lettere: vuole tornare per chiudere come merita il suo straordinario percorso di calciatore.

In foto: Marek e Dries, due icone

Non più tardi di un paio di settimane fa lo slovacco, intervistato dai media svedesi, ha riservato parole al miele per suo ex club. Pochi giorni dopo ha pubblicato una storia su Instagram che lo vede "flirtare" con un Napoli Club in Svezia. L'altro ieri, nello show di Peppe Iodice, ha mostrato il suo lato più umano e ha ribadito per l'ennesima volta che Napoli è casa sua. E che gli manca.

Insomma tre indizi fanno una prova: la nostalgia di Hamsik ha raggiunto vette non più tollerabili. Certo, c'è chi dice che il capitano potrebbe ostacolare la definitiva esplosione di Zielinski. Ma questa argomentazione, anche se non è priva di una sua logica, è difficile da condividere. Per chi scrive è difficile non pensare al capolavoro del 2013 "La grande bellezza", il film con cui Paolo Sorrentino ha vinto un premio Oscar (dedicato peraltro a Napoli e a Maradona).  In una scena struggente, Romano, il personaggio interpretato da Carlo Verdone, chiede al suo pubblico: "Cosa avete contro la nostalgia, è l'unico svago che resta a chi è diffidente verso il futuro". In questi tempi così incerti rifugiarsi nell'amore non è mai un errore. Anche solo per questo Marek merita di tornare a casa.

A cura di Giovanni Ibello

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