Un sequel del film scudetto, del tutto inaspettato. Quello di due anni fa sembrava un unicum, una pellicola irripetibile. Eppure, in quell’ormai lontano 26 giugno a Napoli è arrivato Antonio Conte che ha cambiato letteralmente la storia del club. Può piacere o no nel gioco proposto, nelle sue frasi sibilline e nelle sue scelte di formazione: ma va chiaramente detto che è stato lui ad aver portato la mentalità vincente. I meriti sono di chi si è affidato ciecamente a lui accontentandolo in tutto e per tutto: il presidente De Laurentiis ci ha creduto e, fatto salvo per le situazioni pregresse con Kvara e Osimhen, gli ha subito consegnato una squadra forte nell’undici titolare che Conte è stato fenomenale a trasformare subito in una squadra vincente, che è entrata nella storia.
editoriali
Grazie, e hasta siempre comandante!
Napoli ti dice grazie: hasta siempre comandante Conte!
—Una notte magica che ci ha fatto vivere emozioni fortissime: è stato sudato questo scudetto, punto a punto. Una lotta serrata dalla quale abbiamo temuto di non uscire vincitori dopo la sfida col Genoa e durante quella col Parma. Ma i destini del calcio cambiano rapidamente e la storia di un campionato ha una serie di andirivieni che posso dare un finale inaspettato come quello del quarto scudetto del Napoli. La regia, l'abbiamo detto, è del presidente De Laurentiis: ma il comandante è stato solo e soltanto lui, Antonio Conte. Lo scudetto è suo, nessuno può dire il contrario. Una prova a favore di questa tesi sono gli uomini copertina di questo Napoli: a parte capitan Di Lorenzo, Lukaku e McTominay sono due acquisti e due creature di Conte. E difatti sono stati i loro i gol scudetto nel 2-0 col Cagliari. Non è assolutamente una coincidenza. Una partita che è stata a senso unico dal primo momento, ma che, vista la porta stregata, poteva far tremare le gambe ai calciatori. Ma non ai campioni, non a Scott e Romelu. Ma il comandante deve avere a disposizione dei bravi soldati: e qui stanno i meriti di tutta la rosa azzurra.
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Conte in conferenza ha ringraziato i cosiddetti gregari: da Marin a Mazzocchi, quei calciatori che hanno dato l'anima in quelle poche volte in cui sono stati chiamati in causa, a voler sottolineare l'importanza del gruppo da lui costruito. E i meriti, anche qui, sono ancora suoi: non era facile dopo la cessione di Kvara a gennaio mantenere così alta l'asticella. Eppure il comandante l'ha fatto e mattoncino dopo mattoncino ha costruito un muro tra lui e le avversarie: la difesa del Napoli, la migliore della Serie A, ha fatto la differenza in questo campionato. Buongiorno, nonostante gli infortuni, è stato fondamentale: ma il vero perno è stato Amir Rrahmani. Il difensore ha avuto una crescita esponenziale dando una continua prova di maturità partita dopo partita. Per non parlare dell'impegno di Spinazzola, del sacrificio di Politano, delle geometrie di Lobotka, della fisicità di Anguissa, delle parate di Meret (nonostante qualche critica eccessiva!) e delle scorribande di Neres: insomma, l'elenco sarebbe lungo e approfondito. Ma qui vogliamo dare i meriti a un gruppo e al suo comandante. Sarebbe riduttivo, se non addirittura superfluo, soffermarsi su ogni singolo calciatore: la forza del Napoli è stata il gruppo, inteso in un'accezione anche più amplia che si accosta al significato di famiglia.
Napoli è questa, una grande famiglia: sia la città che la squadra. E ora cosa accade? Come nelle storie più belle non sempre c'è il lieto fine. Le parole di Conte e De Laurentiis sanno di un "vedremo". Forse, più da parte del patron c'è la volontà di continuare insieme, ma le parti si incontreranno e valuteranno cosa fare. In questo momento è difficile prendere una decisione sulle ali dell'euforia e dell'entusiasmo: serve una mente fredda e quella voglia di poter riscrivere la storia. Non solo il mercato, ma soprattutto la possibilità di migliorarsi a livello di risultati farà la differenza in questa decisione. Il Napoli ha trovato il suo comandante per la rivoluzione ed ha già iniziato a "scardinare il palazzo": sarebbe bello fare ancora un passo e riprendersi indietro anni di angherie e torti subiti. I 4 scudetti del Napoli ne valgono 10 delle strisciate del nord. E qual è ora l'obiettivo? Ce ne sono due all'orizzonte: la Champions, il sogno proibito di De Laurentiis, e altri scudetti che porterebbero ad avvicinarsi alla stella. Quanto sarebbe bello avere quel simboletto sullo stemma del Napoli? Tantissimo! Per farlo, però, serve un vero comandante: che possa essere Antonio Conte, per ora, non ci è dato saperlo. Intanto va ringraziato, ha dato il via a una nuova pagina di storia: noi gli diciamo grazie, hasta siempre comandante!
A cura di Giovanni Frezzetti
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