editoriali

Al di là del merito, in Italia persino Sanremo per la stampa è una questione di tifo

Geolier
Con un enorme divario tra voti da casa e giudizi dalla Sala stampa, Geolier alla fine termina al secondo posto il suo percorso in Liguria. Ora si pensi a riformare un criterio di giudizio che dà spazio a troppi personalismi
Mattia Fele
Mattia Fele Editorialista 

Alla fine Sanremo 2024 è andato ad Angelina Mango. Un primo posto poco discutibile se si considera la parabola ascendente di una ragazza che - oltre ad essere figlia d'arte - ha tirato fuori dal cilindro tormentoni ma anche pezzi (scritti da lei) di una certa cifra riflessiva ed emotiva come Mani vuote. Al secondo posto Emanuele Geolier, erroneamente considerato dal popolo come un rappresentante di Napoli nel Regno del Nord, e ancor più erroneamente considerato dalla stampa e dal pubblico (ludibrio) dell'Ariston come un nemico della borghesia imperante (e falsa) tutta italiana. Nonostante, ripetiamo, chi scrive non è minimamente fan dell'artista in sé, lo scaglionamento percentile della valutazione finale della gara ha fatto storcere il naso a molti. O almeno a quelli intelligenti.

I ruoli

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Se un popolo essendo tale ha tutto il diritto di decidere dove posizionare il proprio giudizio di stomaco, un giornalista dovrebbe riuscire a mantenere una focalizzazione zero sulla vicenda al punto da planarvi su, da giudicare in senso tecnico un'esibizione e in generale un percorso artistico. È un po' come se alla votazione per il Pallone d'Oro si andasse per simpatia o antipatia, per difesa strenua e arbitraria e non merito (forse è anche successo, tra l'altro ndr). A Sanremo, si sa, molto spesso la giuria giornalistica tende a premiare delle carriere longeve e delle persone con cui si sono instaurati già dei rapporti, che magari siano legati a un certo tipo di strato sociale e di cultura italica (superata, oggi, se consideriamo che nei primi 6 posti c'erano Irama, Mahmood, Ghali ndr). Si fa ben più difficoltà a comprendere il nuovo che avanza perché, come già detto, nel nostro Paese si dà un valore ai giovani pari a zero. Anzi, se hai 25 anni o 27 o 23 e sei pure bravo, farò di tutto per dimostrarti il contrario e pavoneggiare la mia esperienza. Tossicità.


Si tratta purtroppo di dinamiche che fanno parte del mondo del lavoro e che chi ha un'età inferiore ai 40 anni avrà sicuramente, nel nostro Paese, provato almeno una volta. In questo caso specifico, non si può non aggiungere la matrice territoriale e culturale di nicchia, ovvero: Geolier ha cantato in napoletano, non possiamo ammettere una vittoria di una tale minoranza su 29 artisti che hanno portato una canzone in lingua madre. Ma allora, a cosa è servito puntare sul Televoto? La categoria giornalistica musicale ha ben pensato di racimolare quanti più consensi possibili nei confronti di Angelina, ma è sembrato un non-consenso verso il cantante di Secondigliano. 1,5% contro il 60% del Televoto è un divario dei più grossi che si siano mai registrati a Sanremo. Questo significa 1) non comprendere cosa significhi una novità o comunque non accettarla 2) non essere oggettivi e retti nel fare il proprio mestiere di giudici 3) pilotare un risultato. Tre atteggiamenti che non hanno niente a che fare con la professionalità. Non si tratta di razzismo, bensì di una mentalità chiusa che è il male dell'Italia da generazioni. Un divergente come Geolier può spaccare, arrivare in cima alle classifiche ma occhio! Non può mica vincere Sanremo! Non è stato diverso quando il Napoli ha vinto lo Scudetto e non c'entra Napoli come città - per cui smettiamola anche con un certo tipo di campanilismo e vittimismo che non porta a nulla, le vittime sono altre - tuttavia ha a che fare con un clamoroso schematismo mentale che rende qualsiasi evento un motivo di tifo da stadio. Dov'è il lavoro vero? Mi sa che qualcuno dovrebbe rivedere la metodologia di votazione. Se venisse tolto il Televoto, almeno Sanremo sarebbe una nicchia di espertoni che se la cantano e se la suonano e morirebbe da tale. E la RAI non può permetterselo. Intanto, quello a cui assistiamo è il classico metodo del professore che comunque il modo di metterti 4 lo trova, pure se gli esercizi li hai fatti tutti bene. E che questo non accada in altri ambiti del nostro Paese è pura utopia.

Di Mattia Fele

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