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Rudi Garcia aveva già capito di aver finito

Rudi Garcia aveva già capito di aver finito - immagine 1
Una scena di "Speravo de morì prima” che torna alla mente e descrive alla perfezione l'esperienza del tecnico francese al Napoli
Giovanni Frezzetti
Giovanni Frezzetti Caporedattore 

“Guardalo, sembra che già ha capito che ha finito. A me fa ‘na pena”. Così nella serie Tv su Francesco Totti, “Speravo de morì prima”, inizia un colloquio proprio tra l’ex capitano della Roma e Daniele De Rossi. La scena ritrae Garcia alla cena di Natale del club, solo, seduto ad un tavolo con un bicchiere di vino. Insomma, un uomo solo ed isolato da tutti. Il tecnico francese, dopo due stagioni di alto livello, al suo terzo anno iniziò ad inanellare una serie di risultati negativi. Il suo destino era segnato: a gennaio arriva Luciano Spalletti mentre Garcia dirigeva il suo ultimo allenamento. Sono tante le similitudini con la sua esperienza a Napoli.

Garcia ha già capito di aver finito

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Il presidente De Laurentiis ha deciso per un drastico cambio di rotta scegliendo Walter Mazzarri. Il destino di Garcia era segnato e lui lo aveva capito da un po’. Il francese non è mai entrato in empatia con la piazza e forse neanche con la squadra. La sua avventura, nonostante la presentazione in pompa magna, sembrava dunque segnata sin dall’inizio. “Guardalo, sembra che già ha capito che ha finito”: mai frase fu più azzeccata e la sensazione la si è avuta dopo già dopo la sconfitta con la Fiorentina alla scorsa sosta. L’inversione di rotta con Verona e Union Berlino (in trasferta ndr) non sembrava aver riportato il sorriso sul volto di Garcia che è apparso spesso teso e polemico con la stampa. Poi la debacle finale con l'Empoli dopo l'illusoria vittoria di Salerno il pari interno con l'Union. Non sono stati i risultati a scatenare l’ira dei tifosi: è la confusione che regna sovrana da giugno che ha portato a chiedere la testa del mister. Umanamente si empatizza con Garcia: ha accettato un compito ingrato e difficile, mostrando coraggio nel mettersi in gioco. Ma ha fallito. Ha fallito come tecnico con scelte azzardate che hanno sortito l’effetto contrario a quello desiderato: una sorta di cancel culture di Luciano Spalletti, un po’ come Benitez fece con Mourinho quando dopo il triplete fece sparire da Appiano Gentile tutte le foto dello Special One. Una rivoluzione che non ha portato nulla di positivo, solo incomprensioni, tra un vaffa e braccia larghe da parte dei giocatori. Insomma, la musica è finita, per citare una nota canzone, o forse, tra un violino e un Porompompero, non è mai iniziata.


A cura di Giovanni Frezzetti

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