editoriali

Insigne farà la fine di Totti? Questo Napoli dev’essere un duro colpo per voi

Mattia Fele

Nel mondo antico il 7 è stato il numero della completezza, e con Firenze il Napoli ha chiuso un cerchio. Al suo interno un grande gruppo, tanta qualità e zero spazi per chi ha intenti sovversivi. Ora piedi incollati a terra: il Vinavil lo pago io

La caduta contro lo Spartak Mosca è stata solo uno sbando d'ebbrezza: il Napoli di Spalletti ha sbancato Firenze. Sette vittorie su sette, unica squadra in Europa a punteggio pieno, 3 gol subiti e 18 segnati. Tanto Osimhen, tanta difesa, tanto Anguissa e un mucchio solenne di spirito giusto. Tutto ciò che mancava da tempo sembra essere stato rigenerato, come dopo una doccia fresca.

Lasciate in pace Lorenzo Insigne

Minuto 69. Luciano Spalletti decide di sostituire il suo capitano, il giocatore più rappresentativo e più tecnico del suo Napoli. Lorenzo si avvicina al suo allenatore e gli sussurra qualcosa, in un botta e risposta dalla durata di neanche 6 secondi. Insigne si siede, rilascia un po' di adrenalina e dà il cinque ai suoi compagni in panchina. Minuto 70: lo stesso calciatore - mentre in tv e sul web già ci si sfregava le mani - è lì che grida a chi è in campo di non mollare, di ribattere ogni colpo e non perdere la concentrazione. Ne avevo ancora, mister: sono le parole di un uomo che crede in quel che fa, che si inginocchia a disposizione della causa per cui poi s'alza e lotta. Dall'altro lato della riga di fondo un tecnico esperto, che sa di cos'ha bisogno il Napoli, che sa che Insigne dovrà giocare una Semifinale contro la Spagna praticamente dopodomani e che ha in panchina pure Dries Mertens, miglior marcatore della storia del Napoli.

Sembrerebbe tutto chiaro, se non fosse che qualcuno c'ha il veleno sulle falangi. Così si scatena il web: Napoli, polemiche accese tra Insigne-Spalletti: la ricostruzione; Insigne infuriato con Spalletti dopo il cambio: lo sfogo; Spalletti sostituisce Insigne, il capitano nervoso: la spiegazione. A parte la chiara ed evidente mediocrità dei titoli - figli di una molto vacua cultura della comunicazione - fa sorridere il tentativo di alcuni addetti ai lavori di rompere le uova nel paniere, o (come dicono loro stessi) di destabilizzare. Forse perché è il Sud che alza i toni? Perché ha dominato le prime sette giornate di questa Serie A? Perché fa risultati a partire da un bilancio sano e da idee e princìpi di gioco?

Non ci è dato sapere. È certo che quando è il Napoli a guardare tutte dall'alto si fa presto a puntare il dito, a tentare la sovversione, il ribaltamento e il pelo nell'uovo che invece è candido. Ma questo gruppo lo ha già vissuto, alcuni di loro ricordano perfettamente le strade di Firenze, le lacrime lasciate sulle scale di quell'albergo lì, la pressione non retta bene dopo il primo crollo (Napoli-Roma 2-4 del 2018 ne è solo uno dei tanti esempi, ndr). E ancora è sotto gli occhi di tutti Napoli-Verona (la prossima è proprio contro Juric), disfatta che ha strozzato troppe grida. Bersani cantava: "Togli la ragione e lasciami sognare, lasciami sognare in pace!"

Lasciate in pace il Napoli

21 punti su 21 disponibili non li hanno raccolti neanche il Bayern e il Real, neanche il PSG e il Man City. Spalletti sta insegnando come l'esperienza e il controllo, l'equilibrio e la sostanza possano rendere un gruppo di bravi ragazzi una squadra forte e cinica, che sa divertirsi e pure contrarsi in un unico muscolo. Da qui la richiesta, che è una preghiera disperata: non parliamo di Scudetto, non strepitiamo leggendo di mini-fuga, primato assoluto, fare la storia e così via. Non lasciamoci abbindolare da chi tenta di penetrare un cerchio perfetto e mettere zizzania, fare la parte della suocera in una famiglia dai grandi valori. La sanità del Napoli passa per la mentalità del suo ambiente, a cui la squadra è strettamente legata. Almeno noi, in casa nostra, tentiamo di smetterla di colpevolizzare chi o chicchirichì, cerchiamo di essere costruttivi ed osservare il cerchio che gira senza per forza volerne essere protagonisti. Non lo infettiamo.

Per quello c'è già la stampa del Nord per cui Insigne è il prossimo Totti, il nuovo caso Icardi dopo un semplice confronto a bordocampo. Lo stesso Nord che parla di rinnovo in salita ed interesse del Chelsea per il capitano del Napoli, nettamente concentrato solo su come insegnare in allenamento a Lozano il taglio Callejon. Non è più tempo di ammutinamenti, di paure e di incertezze: questi qui sono forti. Per scardinarli ci vorrà più di qualche storiella acchiappa-click, più di qualche caso montato a puntino come la panna. Il Napoli ha assorbito il carattere di Luciano Spalletti, è sornione, intelligente e ti sorride mentre ti colpisce basso. È verticale perché è diretto, ed è in testa alla classifica perché ha assunto entusiasmo e continuità. Poi ha giocatori importanti, fisici e tecnici, sa palleggiare ma segna su calci piazzati, da fuori area, in ripartenza e su cambi di gioco. Questa volta la sfida sarà tutta sul campo: la cosa deve proprio avervi fatto impazzire.

A cura di Mattia Fele 

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