Punto cruciale di tale analisi: il modulo con cui si posiziona in campo la Fiorentina. La compagine gigliata adotta un 3-4-2-1 con la linea di difesa formata dal terzetto (da sinistro verso destra) Luca Ranieri-Marin Pongracic-Pietro Comuzzo. Tradotto in parole povere: il principale avversario di Lucca nei 90' sarebbe il croato, cliente (se in buona forma) dalla statura di 1,90 metri, abile nella marcatura e, di conseguenza, particolarmente scomodo, specie per chi è chiamato a giocare spalle alla porta e a vestire i panni della "boa" senza aver avuto l'opportunità di apprendere gli insegnamenti di Romelu Lukaku (costretto a rimanere fermo ai box almeno per metà stagione). Un po' meno, invece, per chi ha gambe rapide e trova nell'attacco alla profondità la propria arma migliore: Pongracic non spicca affatto per velocitàe, pertanto, una prima punta con le caratteristiche di Hojlund (servita dai piedi fatati di De Bruyne o, all'occorrenza, anche da McTominay e Politano) potrebbe creare non pochi grattacapi al nativo di Landshut (e compagni di reparto al seguito).
La tesi del discorso è la seguente: "bocciare" l'ex Udinese dopo appena due presenze (viste tutte le attenuanti del caso) potrebbe rischiare di compromettere l'intera annata del calciatore da un punto di vista prettamente psicologico(e, a onor di cronaca, l'ipotesi di far subentrare il collega classe '03 dalla panchina, eventualmente assieme a Noa Lang e a David Neres, intorno al 70° minuto per spaccare la partita non è da buttar via); al netto di ciò, il debutto del danese in maglia partenopea (quantomeno sulla carta) appare come la scelta più congeniale al fine di consolidare il primato in classifica.
A cura di Alex Iozzi
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