calcionapoli1926 editoriali Fa più rumore il Napoli (e Hojlund) che i fischi a Spalletti

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Fa più rumore il Napoli (e Hojlund) che i fischi a Spalletti

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Il ritorno di Lucianone passa in secondo piano: a far rumore è la squadra di Conte che ha mandato un chiaro segnale alle rivali
Giovanni Frezzetti
Giovanni Frezzetti Editorialista 

Ci si aspettava la valanga di fischi per Luciano Spalletti, una di quelle che fa rumore: c’è stata, ma la vera valanga che ha fatto rumore è stato il Napoli. Una gara dominata, con un ritrovato Hojlund, con un Conte scacchista di professione, che manda un messaggio alle rivali ed al campionato: ogni paventata crisi è alle spalle, il Napoli lotterà fino in fondo. Una partita che alla vigilia aveva una particolare attenzione per il ritorno del tecnico del terzo scudetto che invece è caduto sotto i colpo di un rullo compressore che ha messo le cose in chiaro sin dal primo minuto.

Fa più rumore il Napoli (e Hojlund) che i fischi a Spalletti

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E infatti, il Napoli è entrato in campo con gli occhi della tigre: aggressività, fame e voglia di vincere hanno subito spaventato la Juve. Era già chiaro dopo pochi minuti che l’asse Neres-Hojlund era on fire e che avrebbe messo in difficoltà la retroguardia bianconera. Effettivamente così è stato: il danese è tornato protagonista con una doppietta pesantissima; il brasiliano, autore di una grande giocata e dell’assist sul primo gol, è stato inarrestabile. E perché non citare anche Noa Lang: l’olandese ormai è entrato nei meccanismi di gioco ed ha migliorato molto anche la sua fase difensiva risultando decisivo in un paio di recuperi. Un trio delle meraviglie che, in un momento di difficoltà dovuto alle assenze per infortunio, si è caricato la squadra sulle spalle. La tegola Lobotka poteva gettare nuovamente nello sconforto, invece non c’è stato alcun segnale in tal senso: qualche sbavatura qui e là ma i calciatori hanno sempre lottato e giocato da squadra. È proprio questa la chiave che ha trovato Conte (oltre ad aver trovato l’abito da sera che cercava). Il Napoli è stato perfetto tranne che in qualche momento di frenesia quando ha subito l’ingiusto 1-1. Solo lì la Juve ha alzato la voce, quando Spalletti ha preso il coraggio a due mani e ad inizio ripresa ha inserito David per Cabal ridisegnando un assetto più oggettivo. Poi nulla più: un bianconero sbiadito che ne ha di strada da fare per assomigliare al Napoli da record del terzo scudetto.


Ma tornando al presente, mettendo alle spalle anche i fischi a Spalletti, ai tifosi sta venendo l’acquolina in bocca a veder giocare questo Napoli. Mercoledì c’è una gara decisiva per il prosieguo in Champions col Benfica, ma ad oggi la squadra di Conte è in corsa per tutte e quattro le competizioni. Al di là di entusiasmi post match che gridano al triplete, quello che resta da questa gara è la consapevolezza di essere forti. Conte sa di aver riportato sulla retta via un percorso di crescita che non va interrotto per nessun motivo. Lo scudetto dello scorso anno è stato una tappa bruciata, una congiunzione di vari tasselli. Ora bisogna stare con i piedi per terra e prendere il buono di ciò che stiamo vedendo: i nuovi acquisti stanno crescendo, il Napoli sta trovando il suo gioco e il suo assetto, gli infortunati pian piano rientreranno, e quel punto gli azzurri potranno fare la voce grossa. Mancano tante partite e non siamo neanche al giro di boa di questa stagione, ma le basi ci sono e la vittoria sulla Juve lo dimostra. Infatti, dopo Bologna è la quinta vittoria consecutiva tra campionato, Champions e Coppa Italia: tutte gare decisive in cui gli azzurri hanno battuto squadre con un buon organico o che comunque hanno giocato col coltello tra i denti. Napoli-Juve è quindi solo la punta dell’iceberg di una rinascita dopo aver quasi toccato il fondo con quelle parole di Conte al termine della sfida del Dall’Ara. Ora non bisogna pensare che la strada sia in discesa, ma che almeno gli ostacoli stiano pian piano svanendo. Il Napoli vince con merito contro la Juve, Conte imbriglia Spalletti: due segnali chiari di una squadra che vuole ancora far sognare i tifosi. Se questi sono i presupposti ci sarà da divertirsi: piedi per terra e grinta da vendere, così il Napoli difenderà quel tricolore fino all’ultima gara.

A cura di Giovanni Frezzetti

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