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E quindi uscimmo a riveder le stelle

Giovanni Frezzetti
Giovanni Frezzetti Editorialista 
Così Dante esclamò uscendo dall’Inferno: ma ora ci attende il Purgatorio, la strada per il Paradiso è ancora lunga

Una vittoria inaspettata per ciò che era accaduto nell’ultima settimana: eppure la reazione c’è stata, il Maradona gremito, in un’atmosfera da brividi, ha dato la scossa necessaria agli azzurri per battere l’Inter e riprendersi la vetta. Questa partita, però, non fa registrare solo tre punti pesantissimi, ma dà la consapevolezza a questa squadra di essere forte anche nell’emergenza. Ma ora viene il difficile: bisognerà capire se questo è realmente il vero Napoli, come scritto dal presidente De Laurentiis su X. Siamo usciti dall’Inferno, ora bisogna raggiungere il Paradiso.

E quindi uscimmo a riveder le stelle

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“E quindi uscimmo a riveder le stelle”, scrisse Dante nella Divina Commedia, quando insieme a Virgilio risalì alla superficie terrestre. Una frase che sancì la fine del viaggi nell’inferno guidato dalle stelle. E qui, paragonando questa frase al Napoli, possiamo desumerne due accezioni. La prima è legata alla risalita della squadra di Conte che, battendo l’Inter, ha scacciato via tutti i fantasmi: ora bisogna capire, nonostante l’emergenza, se è tornato il vero Napoli. Ieri sera ne abbiamo avuto prova per larghi tratti della partita: grinta, gioco e voglia di vincere, nonostante qualche sbavatura. Tutto nella norma in un big match in cui le due squadre arrivavano in due momenti di forma diametralmente opposti. Ma nelle difficoltà, è venuta fuori l’anima del Napoli. Le scelte iniziali potevano sembrare bizzarre: ma il doppio centrale mancino ha retto con un Juan Jesus monumentale, Neres falso 9 funziona ed ha aperto il campo agli inserimenti delle mezze ali. Quelle fiammate durante la gara sono figlie dell’orgoglio azzurro ma anche delle scelte di Conte che ha sparigliato le carte mandando in confusione l’Inter. E poi quel momento: tutti intorno a De Bruyne quando si è fatto male, altro che problemi di spogliatoio paventati da qualche brillante penna. Proprio Kevin ci dà lo spunto per parlare dell’altra accezione.

Quelle stelle dantesche che simboleggiano la luce e la rinascita si sposano alla perfezione con quelle del Napoli: De Bruyne, McTominay e Anguissa hanno preso per mano la squadra. Hanno segnato due degli uomini copertina, proprio quelli che dovevano riaccendere la luce. Non hanno disatteso le aspettative, dopo due gare senza brillare sono tornate a splendere. Quando tutti erano pronti a fare il funerale al Napoli le stelle si sono accese e hanno spento i bagliori nerazzurri: certo, dei momenti di défaillance ci sono stati ma è tutto nella norma in un big match. De Bruyne freddissimo dal dischetto; McTominay, come Anguissa, si è inventato un gol da cineteca. Sugli spalti non ci si credeva: sembrava davvero impossibile che si potesse vincere una partita con due reti del genere. Eppure è successo. Questo dimostra che questa squadra è ancora quella da battere anche se le avversarie in campo sono degli ossi duri e l’Inter lo ha dimostrato. Ora il Napoli è uscito dall’Inferno ma lo attende un lungo Purgatorio: gli infortuni e le tante gare ravvicinate peseranno sulle gambe e sulle scelte di Conte. È il momento di fare quadrato e di stringere i denti aspettando che la tempesta sia alle spalle. Partite come questa con l’Inter, però, hanno lanciato segnali incoraggianti in tal senso. Ma se non era crisi prima, ora è presto per esaltarsi: Dante ci mise altri 66 canti per raggiungere la luce ed esclamare “L’amor che move il sole e l’altre stelle”.

A cura di Giovanni Frezzetti

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