calcionapoli1926 editoriali “Kevin De Bruyne era il problema del Napoli”… e altre 99 bugie blasfeme

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“Kevin De Bruyne era il problema del Napoli”… e altre 99 bugie blasfeme

Alex Iozzi
Duplice 0-0 tra campionato e Champions League figlio di un numero di palle-gol prodotte contabili sulle dita di una mano: tanto è bastato per far crollare le folli idee di alcuni "filosofi" del pallone

"Ho 99 problemi e la capacità di gonfiare la rete è tra questi": così potremmo parafrasare un aforisma reso celebre dalla scena rap americana ed estera volendo applicarlo alle recenti uscite del Napoli di Antonio Conte. Vittoria di misura grazie a un colpo di testa giunto da palla inattiva contro il Lecce e doppio 0-0 soporifero tra Serie A e Champions League con Como ed Eintraicht Francoforte: risultati figli di una produzione offensiva piuttosto scarna, che coincide con l'assenza (causa infortunio) di colui il quale era stato definito come un "problema" per l'equilibrio dell'undici titolare dei campioni d'Italia da una schiera di "intellettuali" un po' blasfemi del gioco del calcio, ossia Kevin De Bruyne.

Altro che problema! Con l'infortunio di De Bruyne l'offensiva del Napoli è nulla e Hojlund ne è la principale vittima

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"Di chi era questa? Io lo so! Lo diceva 'come non detto'", cantava Fabrizio Tarducci, in arte Fabri Fibra, nell'ormai lontano 2010 in una delle hit di maggior successo della propria carriera, dal titolo "VIP in Trip". Dev'esser stato questo il pensiero formulato da qualche "espertone", tifoso o addetto ai lavori che sia, al fischio finale di Napoli-Como prima e di Napoli-Eintracht poi, reo di aver divulgato un'enorme bugia, oltre che bestemmiaper chi crede nella religione del pallone, sul conto di Mr. 195 gol e 316 assist in 777 partite.

Al di là dei numeri, che narrano di un rendimento pari a 4 reti e 2 passaggi vincenti in appena 11 incontri, e al di là delle statistiche sulle "big chance" create, che definire superflue per una leggenda di tale portata sarebbe riduttivo, balzano all'occhio due oggettività: senza De Bruyne, la pericolosità dei partenopei sui calci piazzati, sigillo di Anguissa al Via del Mare a parte, e via cross è drasticamente diminuita, come la quantità di azioni sviluppate in verticale, ragione principale, assieme al recente problema muscolare, delle prove incolori fornite da Rasmus Hojlund in territorio nazionale e fuori dal confine. Il centravanti danese, come dimostrato nell'arco degli ultimi due mesi, fa dell'attacco alla profonditàil proprio cavallo di battaglia. Con il belga fermo ai box, nessuno tra Scott McTominay, Stanislav Lobotka e il già citato André-Frank Zambo Anguissa, trio di centrocampo più fisico che tecnico, appare in grado di partorire quel lampo di genio fondamentale per scatenare l'ira talvolta funesta del classe '03. Pertanto, essi si limitano, al pari dell'intero organico, a proporre un possesso palla sterile e, dettaglio ben più grave, prevedibile.

Chiosa a piè di articolo: zero dubbisu mister Conte e ampia fiducia verso colui che a maggio ha posto in bacheca il 4° Scudetto della storia "081", senz'altro in grado di risollevare una situazione francamente drammatica. Tuttavia, per condensare il messaggio, certi personaggi dovrebbero sciacquarsi la bocca con la candeggina prima di esprimere giudizi critici riguardo un Signore(con la S maiuscola) di questo sport quale "King Kev" è.


A cura di Alex Iozzi

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