Parole, parole, parole, ma quanto peso hanno le parole? Ai tempi d'oggi troppo poco, eppure hanno un'importanza enorme. Le parole possono uccidere, condannare, possono aiutare un'anima persa a ritrovarsi, possono costruire muri, ma anche abbatterli. Le parole costruiscono sogni, li distruggono, crescono ragazzi e fanno nascere progetti vincenti come quello del Napoli. De Laurentiis e Conte un anno fa si sono dati parola e ieri l'hanno confermata, zittendo tutti coloro che mettendosi sul piedistallo avevano già visto fallire i sogni di gloria del patron azzurro con il tecnico tornare alla Juventus, il suo grande amore.
editoriali
Parole, parole, parole…parole soltanto parole: ma Conte non era già a Torino?
Ci hanno provato a rovinare la gioia dei napoletani
—Nei giorni precedenti il match scudetto, nei giorni di festa per il popolo napoletano, tutti hanno provato a rovinare una gioia che, probabilmente, fa invidia. Quanti fiumi di parole sprecate sui giornali, sui social e nelle trasmissioni per spiegare come Conte avesse già trovato un accordo con la Juventus, mentre ha un contratto in essere con il Napoli. Giustamente, tutti hanno pensato, questa squadra non può fare nient'altro di più dello scudetto, arrivato solo perché l'Inter lo ha perso, Conte è un vincente e non vuole fallire, meglio andare in un club dove attualmente non c'è un vero e proprio progetto, con la barca che fa acqua da tutte le parti e poche certezze su quello che farà. Tutte queste parole perché? Perché una Napoli vincente come città e squadra fa tremendamente paura, oltre che a dar fastidio. Perché vedere Conte sorridere in quel modo, cantare e saltare come un forsennato, piangere per la vittoria come non ha mai fatto, è uno sgarro troppo grande per quel Nord che vede il Sud come fonte di guadagno personale e non come forza capace di camminare da sola.
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—Ci hanno provato in tutti i modi a raccontare una storia che avevano scritto gli altri senza prendere in considerazione i protagonisti. Nessuno saprà mai veramente se i contatti tra Conte e il mondo bianconero ci siano stati veramente, ma questa favola d'amore apparecchiata ha una sola certezza, che il Napoli sarà ancora guidato da lui. Ma ora il quesito è un altro. Tutti coloro che avevano parlato di un addio ormai fatto, del tecnico che addirittura aveva salutato i suoi giocatori, del discorso d'addio di De Laurentiis, di un contratto praticamente solo da firmare fino al 2028 con la Juve nelle sue mani, oggi come si sentono? Hanno praticamente dato degli illusi ai napoletani, sottovalutato De Laurentiis, forse entrato troppo nell'immaginario collettivo come il pappone, ma con i fatti che dicono altro, hanno sottovalutato la potenza delle emozioni che non sempre possono essere bianconere, nerazzurre e rossonere. Ma dite la verità, ma era plausibile che Conte, un uomo che non è di facciata, il giorno prima canta e salta su pullman e il giorno dopo prende le valigie per andare proprio nella squadra che più di tutti suscita l'orticaria al popolo azzurro? Va bene il professionismo, ma questa è follia.
Parole, parole, parole...parole soltanto parole
—Parole, parole, parole..ma quante parole che il mondo Napoli è stato costretto ad ascoltare in questi giorni. Conte è già a Torino, ha la divisa bianconera sotto quella azzurra, troppo deluso da ADL, le conferenze stampa, le frecciatine e tutto e di più. Ma diciamoci la verità il fegato di tanti si sta spappolando troppo, al punto dal passare dalle parole sull'addio certo, alla separazione a settembre o addirittura a luglio durante il ritiro. Parlate, parlate, che al momento a Napoli si fanno i fatti.
A cura di Sara Ghezzi
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