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editoriali
Conte versione Alfred Borden: Chivu e l’Inter imbrigliati da un suo “coniglio dal cilindro”
Napoli-Inter è stato uno scontro degno del grande cinema: Antonio Conte e Cristian Chivu, catapultati in un remake italiano del film "The Prestige", hanno vestito i panni dei maghi Alfred Borden e Robert Angier, sfornando interpretazioni quasi al pari di Christian Bale e Hugh Jackman nel 2006. Proprio come Borden con il numero del "trasporto umano", Conte ha la meglio sul rivale rumeno grazie a un trucco più brillante di quanto si potesse pensare alla vigilia.
A circa un'ora dal fischio d'inizio del "big match" del Maradona, vengono diramate le formazioni ufficiali: fuori Lorenzo Lucca (che non giocherà neanche un minuto), dentro David Neres nel ruolo di falso nueve. "Ma il mister ha perso la testa?!", esclama con tono preoccupato il 99% della tifoseria "081". "Come si può solo pensare di giocare una partita così importante senza centravanti?", aggiungono con aria ancor più spaventata. Dubbi ampiamente comprensibili, se non fosse che Antonio da Lecce, a differenza di tutti, ha tenuto in considerazione un fattore: la bravura nella marcatura a uomo di Francesco Acerbi. Da sempre sottovalutato, è riuscito a rendere impalpabili i '9' più decisivi d'Europa: Erling Haaland, Harry Kane, Dusan Vlahovic, il nostro Romelu Lukaku... e la lista potrebbe proseguire all'infinito. Non è difficile dedurre, dunque, quanta fatica avrebbe fatto Lucca nel fronteggiare un difensore così esperto e abile, soprattutto nel suddetto fondamentale. Al contrario, puntare sull'effetto sorpresa e sull'imprevedibilità di Neres ha mandato fuori giri il piano gara di Chivu, oltre che il centrale tricolore, costantemente vittima (causa i 37 anni d'età) delle accelerazioni fulminee del brasiliano. Inoltre, i movimenti di quest'ultimo hanno permesso di creare spazi all'interno della retroguardia interista e, dettaglio cruciale, hanno favorito gli inserimenti di Scott McTominay e André-Frank Zambo Anguissa; non a caso, i due gol su azione siglati dal Napoli portano la firma di 2/4 dei "Fab Four".
Un'intuizione definita in gergo tecnico "coniglio dal cilindro", da far invidia ai prestigiatori più celebri della storia. Spiegata in maniera meno filosofica e intellettuale, un messaggio inviato all'Italia intera (Partenope compresa) che già aveva seppellito le ceneri della "banda Conte"; per ricordare chi ha cucito lo Scudetto sul petto.
A cura di Alex Iozzi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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