calcionapoli1926 editoriali Ciclicamente il Napoli si ritrova in “Ricomincio da capo”

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Ciclicamente il Napoli si ritrova in “Ricomincio da capo”

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Gli azzurri stanno vivendo il loro infinito giorno della marmotta: sette sconfitte sono troppe, ora arriva il momento della verità
Giovanni Frezzetti
Giovanni Frezzetti Editorialista 

Sicuramente a molti di voi sarà noto il film “Ricomincio da capo” col grande Bill Murray. Il personaggio si ritrova costretto a rivivere sempre lo stesso giorno (il giorno della marmotta) all’infinito dovendo confrontarsi con se stesso finché non cambia: ecco, il Napoli di Conte ciclicamente si ritrova in questa situazione. La sconfitta con l’Udinese, che fa seguito a quella col Benfica, riporta prepotentemente gli azzurri con i piedi per terra dopo il bel filotto di vittorie inanellato dopo la sosta. Un ko senza alibi, il Napoli fallisce l’aggancio alla vetta e ora si aprono diversi interrogativi su questi risultati altalenanti.

Ciclicamente il Napoli si ritrova in “Ricomincio da capo”

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Questo film affonda le radici in una tradizione americana, quella del giorno della marmotta che si celebra il 2 febbraio. L’animale esce dalla tana e se vede la sua ombra significa che l’inverno durerà ancora a lungo; in caso contrario significa che la primavera arriverà prima. Il Napoli si ritrova in questa situazione: tra una primavera che stava sbocciando e un inverno che non vuole andar via. Due sconfitte consecutive, entrambe in trasferta, che portano a fare delle riflessioni. Se dopo il ko in Champions col Benfica avevamo parlato di “saudade” e dipendenza dal tifo del Maradona, la prestazione sfornata ad Udine fa pensare anche ad altri problemi che stanno nuovamente riemergendo. Gambe pesanti e poca grinta hanno accompagnato tutta la gara degli azzurri. Se l’inizio è sembrato abbastanza aggressivo, ma con poche occasioni, durante la partita è stato un costante ed inesorabile calo. Meriti all’Udinese, certamente, che ha difeso compatta e ci ha messo grande agonismo su ogni pallone, ma il Napoli non ha capitalizzato le poche occasioni che ha avuto né tantomeno le circostanze “fortunate” avvenute durante la gara. Infatti, nella ripresa la squadra di Conte è rimasta negli spogliatoi, e neanche i due gol annullati ai friulani sono riusciti a dare la scossa necessaria a rimettersi in carreggiata: poche idee e imprecisione negli ultimi metri.


Il mister ha provato a ridisegnare la squadra passando a 4 dietro e inserendo il rientrante Lobotka per ridare ordine, ma nulla: encefalogramma piatto. Un inarrestabile Zaniolo e l’eurogol di Ekkelenkamp (l’ha rifatto!) condannano il Napoli al ko. La faccia di Conte dopo il gol dice tutto: un’espressione basita, come a dire “che succede?”. E dopo la rete la reazione è stata timida anche se l’occasione è arrivata, ma Hojlund ha sbagliato un gol che avremmo segnato anche noi dal divano. Insomma, la giornata è nata e finita storta. Ora è già tempo di guardare avanti e di ragionare sulle ripercussioni di queste ultime due gare. Il prossimo impegno che attende il Napoli è la Supercoppa in Arabia contro il Milan di Allegri: una gara da dentro o fuori in cui ci si gioca il passaggio in finale. Questa partita, e l’eventuale successiva, avranno un significato importantissimo: è il primo trofeo in palio e una vittoria può dare definitivamente certezze alla squadra. Infatti, la coppa e il recupero progressivo degli infortunati, e qualche tassello sul mercato, sono la benzina necessaria per raddrizzare definitivamente la situazione. Come ha detto Conte sette sconfitte sono troppe ma non bisogna perdere l’entusiasmo. Ebbene sì, una prima parte di stagione troppo altalenante per il Napoli che ora è chiamato alla prova della verità: riuscirà a trovare linearità nei risultati e nelle prestazioni o sarà costretto a vivere all’infinito il suo giorno della marmotta?

A cura di Giovanni Frezzetti

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