A cura di Giovanni Frezzetti
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editoriali
Non c’è stata storia: un dominio del Napoli dal primo all’ultimo minuto. La squadra di Conte vince e convince con un gioco ricco di effetti speciali: non stavamo guardando una partita di calcio ma un film da Oscar. Non una commedia né un film romantico: ma uno di quelli che ti lasciano a bocca aperta. Magari uno di quelli diretti dal maestro Steven Spielberg. Ebbene sì, questo Napoli è stato un po’ Wade Watts, protagonista di “Ready Player One”, e un po’ “E.T.”.
Wade Watts si ritrova in un mondo distopico e con il suo cuore e con l’ingegno riesce ad uscirne vincitore. Il paragone col Napoli visto a Firenze è calzante: e il personaggio principale è stato Hojlund. Gol al debutto, ricco di ingegno e “cazzimma”. Proprio quello che serviva dopo la tegola Lukaku. Il danese ha fatto una grande partita mettendo subito in chiaro di essere un attaccante che può portare gol in diverse situazioni di gioco. La sua giocata è di astuzia e strapotere fisico, con quel colpo da biliardo che ha fulminato De Gea. Anche per Beukema la storia è la stessa: gol al debutto di ingegno e astuzia. Una partita poi di lotta, di lì non si passa: o palla o piede. Vecchio stile insomma, ma anche un po’ Wade Watts. Quello che ha sempre chiesto Conte in campo si è visto, tanta grinta ma anche tanta testa. Insomma un Napoli che vola alto come E.T. scena iconica della bici volante è un simbolo di ascesa, libertà e magia. Ma quella scena è incarnata anche da un calciatore azzurro.
Nell’avvio indemoniato del Napoli il protagonista è De Bruyne che dal dischetto sblocca la partita con freddezza. E.T. ovviamente perché è un extraterrestre. Non è banale dirlo: le sue giocate sono si un altro pianeta. Quando si è avvicinato a quel dischetto ha dimostrato perché è un campione. Il Var ci ha messo un’infinità, ma lui non si è scomposto. Di un altro pianeta, chiaro. Lo avevamo capito sin dal primo giorno che aveva messo piedi a Napoli: KDB avrebbe fatto fare alla squadra un salto di qualità, non solo per ciò che avrebbe portato in campo ma soprattutto per la sua aura da extraterrestre. Ma E.T. è un film che commuove, proprio come questo Napoli. Dopo il quarto scudetto continuare a vedere quella voglia, grinta e cattiveria, era il sogno dei tifosi azzurri. Così sta accadendo. Ora, il Napoli che vola, per gioco e punti in classifica, non deve perdere quota. Quel gol del 3-1 di Ranieri e lo spauracchio degli ultimi 15 minuti deve far aprire una riflessione: mai rilassarsi. Nel calcio del 2025 basta un dettaglio a riaprire la gara. Milinkovic-Savic si è dimostrato un grande portiere e ha permesso agli azzurri di tenere il risultato.
Ovviamente, Steven Spelberg è Antonio Conte. Dietro la cinepresa dirige alla perfezione i suoi attori in campo: come il grande maestro, il mister si fida dei suoi interpreti e delle loro qualità e, guidandoli dalla panchina, li lascia però spaziare in fase offensiva affidandosi al loro genio. Ecco che la combinazione è perfetta, una squadra da cinema. Ma ora come E.T. il Napoli vola in bicicletta sotto le stelle: un sogno che lascia i tifosi ammirati, proprio Elliott Taylor guarda il suo piccolo amichetto alieno fluttuare nel cielo. E gli azzurri devono continuare così perché certi sogni, come certi film, non finiscono dopo 3 partite. Sognare non è vietato: la gara col City sarà la prova di maturità che farà capire se questo Napoli ci regalerà un’altra stagione da Oscar.
A cura di Giovanni Frezzetti
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