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editoriali

Quando Chiellini disse: “Anch’io in campo sono un figlio di p…”, l’identikit del difensore che ha servito i tre punti al Napoli

. (Photo by Ciro Sarpa SSC NAPOLI/SSC NAPOLI via Getty Images)

Forse Pirlo non sa. Forse Pirlo non ricorda che il suo ex compagno di squadra (e di nazionale), Giorgio Chiellini, è recidivo a interventi scomposti come quello che ieri ha deciso il match del Maradona. Per il difensore toscano la furbizia, o per...

Giovanni Ibello

Forse Pirlo non sa. Forse Pirlo non ricorda che il suo ex compagno di squadra (e di nazionale), Giorgio Chiellini, è recidivo a interventi scomposti come quello che ieri ha deciso il match del Maradona. Per il difensore toscano la furbizia, o per meglio dire la “cattiveria agonistica” è parte integrante del gioco; la sua autobiografia non potrebbe essere più esplicita in tal senso. Chiellini, tanto per tracciare una sorta di identikit, è colui che loda apertamente Luis Suarez per averlo preso a morsi durante il mondiale brasiliano. Leggiamo insieme un piccolo estratto del testo "Io Giorgio":

“(Parlando di Suarez) “Lo ammiro, anch’io in campo sono un figlio di p... (...). Non è successo niente di strano quel giorno. Io avevo marcato Cavani per la maggior parte della partita, un altro attaccante difficile da gestire poi, improvvisamente, ho notato che Suarez mi aveva morso la spalla. È successo, e questo è il suo modo di porsi nei confronti diretti, e, se posso dirlo, è anche il mio: lui e io siamo simili e mi piace affrontare così le sfide. Ammiro la sua malizia, se la perdesse diventerebbe un attaccante normale”.

Non giriamoci troppo intorno: la violenta manata rifilata al povero Rrahmani non poteva passare inosservata agli occhi del var, sarebbe stato uno scandalo (non meno delittuoso del mancato giallo a Pjanic che ha deciso il campionato del 2018, ma questa è un’altra storia).

Napoli-Juventus, Chiellini ci ricasca: ricordate questa su Cavani?

L’immagine che vi abbiamo proposto ieri sera - e che vogliamo riallegare oggi per meglio argomentare il concetto - è un po’ datata, ma rende pienamente l’idea di come Giorgio Chiellini intenda, più o meno legittimamente, il ruolo del difensore. Beninteso, Chiellini resta un campione indiscusso del nostro calcio. Anche ieri, malgrado l'età non più verdissima, il centrale bianconero ha dato filo da torcere a Osimhen, che è giovane e ha l'argento vivo addosso (anche se è reduce da un infortunio): lo ha di fatto neutralizzato. Tanto di cappello, lo diciamo senza falsa retorica.

Ciò non toglie che spesso e volentieri, il bianconero si lascia andare a interventi che sono ben oltre i limiti del regolamento; lo abbiamo accennato ieri, ma occorre ribadirlo: ricordate quella sua vecchia entrata su Cavani? In quel caso l’arbitro non rilevò alcuna irregolarità. A Torino i media sono furiosi e non si contano le stilettate destinate a Doveri (sembra paradossale, eppure...).

A loro dire il "rigorino" che ha premiato il Napoli è stato molto generoso. Eppure, non manca qualche intervento lucido. Fabio Ravezzani, ad esempio - direttore di QSVS (Telelombardia) - fotografa bene la gara. Questo il suo commento a caldo affidato a Twitter: "Juve pessima nel primo tempo e sfortunata nella ripresa. Chiellini paga la sua consuetudine a certe inutili furbate in area". Anche Roberto Beccantini, decano del giornalismo italiano - nonché noto appassionato juventino - attacca, con eleganza, il Giorgione nazionale: "Il risultato l’ha orientato il simbolo, Giorgio Chiellini. Dottor Jekyll e mister Hyde a seconda delle arroganze e delle pulsioni".

Pertanto, alla luce di recidività e autorevoli considerazioni, vien da chiedersi come abbia potuto Andrea Pirlo anche solo pensare di metter bocca su quell'intervento così scorretto. Ancor più scandaloso, invece, è che Cuadrado non abbia finito anzitempo la sua gara. L'entrata killer ai danni di Lozano (passata sotto silenzio) meritava ben altro trattamento. In questo caso il var ha inspiegabilmente taciuto.

L'entrata killer di Cuadrado? Forse Pirlo non l'ha vista...

A cura di Giovanni Ibello

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