editoriali

Era l’ennesimo banco di prova: bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto?

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Mi viene in mente uno dei capolavori di Federico Salvatore, "Se io fossi San Gennaro", che a un certo punto recita:"e per certi culi grossi il traguardo è una poltrona, e per noi poveri fessi basta solo un Maradona".
Redazione

Non lo so se il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto. Per come si era messa, si può dire che è pieno; sembrava rischiassimo l'imbarcata e alla fine potevamo anche vincerla. Ma è vuoto nella speranza, ancora vana, di vedere un po' di continuità di prestazione e un'idea chiara di gioco.

Era un altro banco di prova, l'ennesimo

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Dopo la grottesca vicenda post Fiorentina (Garcia out, anzi no, ma non si sa, forse...), Verona e Union avevano solo fatto capire che il Napoli ha il potenziale per segnare in ogni partita, ma ha una fase difensiva molto preoccupante. Troppi i tiri subiti in ogni gara. Stasera il Napoli parte bene. I primi 20 minuti, seppur non impensierisca mai seriamente Maignan, è sul pezzo. Gioca, è volitivo, prende iniziative. Ma d'improvviso subisce un uno-due tremendo da parte di Giroud. Di chi sono le colpe? Un po' di Rrhamani, forse di Meret sul primo gol. Forse. Sta di fatto che quasi senza accorgersene gli azzurri sono sotto di due e non riescono più a riprendersi fino al duplice fischio arbitrale. Anzi, la prestazione comincia ad assumere sembianze horror, in tema Halloween.


Nel secondo tempo scende il Napoli 2

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Garcia mette i giocatori più fisici (Ostigard e Olivera in luogo di Rrhamani e Mario Rui). Ci sarà da lottare e vuole qualche guerriero in più. E, con coraggio, toglie Elmas e mette Simeone. Il rischio è che il Napoli si sbilanci e prenda un'imbarcata, ma chi nun tene curaggio nun se cocca ch'e femmene belle.

E il Napoli la riprende

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Gol di Politano, su splendida iniziativa personale, e di Raspadori con un calcio di punizione chirurgico. Il resto della gara si gioca inevitabilmente a ritmi meno sostenuti per la comprensibile stanchezza delle due squadre che non disdegnano, però, di provarci ancora. Nel finale Calabria da un lato e Kvarashkelia dall'altro hanno l'occasione per mettere un sigillo pesantissimo. Ma finisce 2-2. La classifica ci vuole quarti. Ho pregato fervidamente che Garcia non ci ricordasse che l'obiettivo è il quarto posto. Ho temuto che Giroud stesse mandando a quel paese lui e non Pioli. Non ho apprezzato Elmas dal primo minuto ma ho pensato che i successivi cambi siano stati giusti. Sono uscito dallo stadio confuso. Ancora non lo so come lo devo vedere questo bicchiere. Nell'incertezza, vado a dormire. È mezzanotte, è il compleanno suo. Di quello che non muore mai, e che oggi è più presente di ieri. E mi viene in mente uno dei capolavori di Federico Salvatore, "Se io fossi San Gennaro", che a un certo punto recita:"e per certi culi grossi il traguardo è una poltrona, e per noi poveri fessi basta solo un Maradona". Oggi mi sento, felicemente, un povero fesso. E mi basta. Auguri Diego. - di Maurizio Zaccone -

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