calcionapoli1926 editoriali “Andiamoci a prendere la coppa!”: due segnali fanno capire che il Napoli è ‘contiano’

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“Andiamoci a prendere la coppa!”: due segnali fanno capire che il Napoli è ‘contiano’

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Vittoria fondamentale e finale di Supercoppa conquistata: gli azzurri, con grinta e qualità, mandano un chiaro segnale
Giovanni Frezzetti
Giovanni Frezzetti Editorialista 

Dopo due sconfitte che avevano fatto scattare un nuovo campanello d’allarme, il Napoli si rialza e risponde presente in una delle gare più importanti della stagione. Un secco 2-0 al Milan nella semifinale di Supercoppa accompagnato da un prestazione grintosa e di qualità. Una gara da cui emergono segnali importanti che, ancora una volta, fanno capire che la squadra è ‘contiana’ al 100%. E chissà se Conte negli spogliatoi avrà pronunciato quella frase…

“Andiamoci a prendere la coppa!”: due segnali fanno capire che il Napoli è ‘contiano’

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Lo scorso anno dopo lo 0-0 col Parma, Conte pronunciò la frase “andiamoci a prendere lo scudetto”. La risposta fu data alla domanda ‘cosa hai detto negli spogliatoi?’, e chissà se anche questa volta il mister si sia sbilanciato così. La finale è troppo importante: in palio c’è un trofeo che può dare continuità al progetto e slancio per la stagione. Ma il segnale Conte l’ha dato all’inizio schierando una formazione a trazione anteriore. Scendendo nel dettaglio, la gara degli azzurri è cominciata a fiammate: una buona costruzione ma qualche errore di troppo nell’ultimo passaggio. Il Milan fa lo stesso, ma il Napoli dopo qualche decina di minuti inizia a prendere campo ed a mettere le cose in chiaro. Questa volta la bellissima costruzione non ha un finale impreciso: grande sgaloppata di Spinazzola, Hojlund fa l’assistman dopo uno splendido movimento e Neres entra in porta col pallone. Un vantaggio meritato che diventa un continuo crescendo degli azzurri. Nella ripresa arriva anche il raddoppio del danese con un gol da vero bomber. Inutili i cambi di Allegri: il Napoli è vigile e gestisce, anzi ha anche altre occasioni per rendere il risultato più rotondo. Gli azzurri vincono e convincono, ma è dal primo gol che emergono i due segnali che evidenziano che il Napoli, nonostante i rumors, è sempre ‘contiano’.


Il primo segnale riguarda l’unione nel gruppo e la voglia di vincere: quell’esultanza tra Neres e il rientrante Lukaku non ha bisogno di ulteriori descrizioni. Un petto a petto di grinta, quella che Conte ha trasmesso a questa squadra dal giorno zero. Non sono di certo due sconfitte a far sciogliere il Napoli come neve al sole: ci vuole ben altro. Certo, le sconfitte in questa prima parte di stagione sono state un po’ troppe, ma va data l’attenuante sia degli infortuni che dei nuovi innesti da inserire. L’altro segnale è più squisitamente di campo: quando il Napoli va in vantaggio è una squadra completamente diversa. Sarà una questione di certezze o di minor ansia di dover segnare: ma i calciatori sembrano assolutamente più leggeri. Questo non accade quando la squadra va sotto o quando la gara è bloccata sullo 0-0, anche con le piccole. Una sorta di ansia da prestazione su cui bisogna assolutamente lavorare. Fa parte del percorso di crescita del Napoli verso l’Olimpo del calcio. Le basi ci sono, ma tutto dipende dalla permanenza di Conte che è fondamentale per continuare il progetto iniziato appena un anno e mezzo fa. Ma ci sarà tempo: ora la testa è alla finale di lunedì. Che sia con l’Inter o col Bologna, il Napoli deve entrare in campo con lo spirito e la qualità vista col Milan. Una prova di superiorità nei confronti della squadra di Allegri che deve ancora sgrezzarsi. La finale è troppo importante, lo diciamo da tempo: è un trofeo che può dare slancio e soprattutto la forza e la voglia di proseguire insieme, allenatore e calciatori. “Andiamoci a prendere la coppa”: questo è il mantra che deve essere nella testa dei calciatori per i prossimi quattro giorni.

A cura di Giovanni Frezzetti

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