calcionapoli1926 editoriali Altro che pop, questo Napoli è rock! Quei riff sono geniali ma un po’ autodistruttivi

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Altro che pop, questo Napoli è rock! Quei riff sono geniali ma un po’ autodistruttivi

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La squadra suona e tiene il palco: Conte è quel frontman magnetico che incanta tutto
Giovanni Frezzetti
Giovanni Frezzetti Caporedattore 

Ebbene sì, chi l’avrebbe mai detto che un banale Napoli-Pisa ci avrebbe fatto capire che la squadra di Conte è rock. Da un anno ascoltiamo la narrazione sul gioco all’italiana, anche un po’ di corto muso: insomma, un continuo etichettare il Napoli come Pop. Ma la serata del Maradona ha detto tutt’altro: gli azzurri sono molto più rock di ciò che appare, nel bene e nel male quei riff sul campo sono continui e sono diventati un vero e proprio tratto distintivo.

Altro che pop, questo Napoli è rock!

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Il riff è il marchio di fabbrica di una canzone, un tratto riconoscibile. E il Napoli contiano di tratti riconoscibili ne ha. Si macina gioco ma si commettono anche leggerezze. Ecco che questi riff azzurri sono un po’ geniali ma anche autodistruttivi. La gara col Pisa lo ha testimoniato: il Napoli gioca, costruisce e segna; ma dall’altro lato sbaglia negli ultimi metri e si distrae anche nei momenti clou. Il genio e la follia delle rock band: ai strafà in ogni occasione. Attenzione, questo non vuole essere un attacco, anzi. Il rock è intramontabile e, nonostante quella sofferenza intrinseca, risuona forte e ti stordisce. Praticamente ciò che fa il Napoli con le avversarie. E in questo caso vanno fatti anche i complimenti al Pisa e a Gilardino che hanno giocato una gara perfetta, sia tatticamente che nell’approccio in campo. Poi, mettiamoci anche qualche sfortunato accordo sbagliato, ed ecco che un 3-2 (risultato molto rock) è servito. Spettacolare come i Queen a tratti, geniale e autodistruttivo come i Guns N’ Roses, ribelle come i Clash ed esplosivo come gli AC/DC. Potremmo continuare all’infinito l’elenco delle rockband che ricordano il gioco del Napoli. Immaginate di avere uno schermo diviso in due: da un lato giocano gli azzurri, dall’altro suona una di queste band. La sincronia sarebbe perfetta, soprattutto nell’approccio alla gara. Ma poi, con l’avanzare del match, qualcosa accade: si perde un po’ di lucidità che rischia di far pagare dazio e soprattutto fa infuriare Conte.


Certo, il mister ha ragione ma qualche piccolo appunto possiamo farlo anche a lui. Il cambio sul calcio d’angolo che ha portato al rigore poteva essere rimandato; così come qualche cambio: a un certo punto l’inserimento di Neres o Lang poteva giovare alla squadra. Detto ciò, siamo agli inizi e il “Conte pensiero” lo conosciamo: si punta sullo zoccolo duro e gli altri crescono alle spalle. Vedi Gilmour, decisivo con il suo gol e che sta mostrando una crescita costante. Un lavoro certosino che può quindi portare a scelte che possono far storcere il Napoli. Ma alla fine è tutto sotto controllo, Conte è quel frontman immortale di una rock band, quello che col suo magnetismo riesce a farsi seguire da chiunque. E il Napoli? Ad oggi suona e incassa, tiene il palco e continua il suo tour. La speranza alla fine della stagione è chiara: parlando di rock ci viene in mente Bob Dylan e una delle canzoni più belle della musica, quella “Knockin' on Heaven's door” che è un auspicio. Gli azzurri, dopo il Paradiso dello scorso anno, sono di nuovo lì in alto e bussano alla porta: anche questa volta ci vogliono entrare, ma a suon di rock!

A cura di Giovanni Frezzetti

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