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Roma, Verdone sull’addio di De Rossi: «Ci hanno dato l’ultima mazzata»

Roma, Verdone sull’addio di De Rossi: «Ci hanno dato l’ultima mazzata»

ROMA – “I tifosi hanno già descritto molto bene la situazione. Il problema è che la società non è chiara, non ha gestito bene questa vicenda. Daniele è mio amico, quindi mi dispiace particolarmente....

Redazione

ROMA - "I tifosi hanno già descritto molto bene la situazione. Il problema è che la società non è chiara, non ha gestito bene questa vicenda. Daniele è mio amico, quindi mi dispiace particolarmente. Lui era rimasto l’unico e l’ultimo simbolo di giocatore romano e romanista. Dopo tutto quello che abbiamo venduto o abbiamo perso non c’era da aspettarselo". Queste le parole di uno dei tifosi giallorossi più noti, l'attore e regista Carlo Verdone, ai microfoni di Retesport, sulla vicenda De Rossi, a pochissimi giorni dalla sua ultima gara con la Roma. "Molti dei giocatori dati via nelle stagioni scorse hanno vinto dei campionati - prosegue - o stanno per disputare delle finali europee. Erano molto validi e li abbiamo dati via con grande sufficienza. E’ chiaro che in questo momento c’è una depressione notevole tra il pubblico romanista. Anch’io l’ultima partita l’ho vista con un certo distacco, non avevo più il cuore che mi batteva. Perché? Perché anno dopo anno la squadra è stata demolita, anche in maniera un po’ subdola - rimarca -. Basti pensare a Benatia, Lamela, per non parlare di Salah e Alisson. Abbiamo dato via tutti. Io capisco le esigenze di bilancio, ma non ci si può privare sempre dei migliori. A tutto questo dei aggiunge anche la vicenda Daniele De Rssi. E’ stata l’ultima mazzata che ci hanno dato. Non si gestisce così la sua storia. Non mi sembra un giocatore da scartare in questo modo così frettoloso".

STILE VIOLA - Verdone, poi, stila un parallelismo con i presidenti del passato: "È un fatto di stile e di educazione. Un grande presidente come Dino Viola non lo avrebbe mai fatto e neppure Sensi. Il secondo si è quasi rovinato per la Roma, ha comprato calciatori che costavano tanto. Il primo aveva uno stile speciale, andava a parlare con tutti i calciatori. Pallotta si trova dall’altra parte dell’oceano, non si capisce chi siano i riferimenti della società. Baldini, sì, ma la cosa non è chiara. Della società non parla nessuno, stanno tutti zitti. Non si fa così. De Rossi è l’ultimo baluardo. Il modo è stato sicuramente offensivo nei confronti di De Rossi e anche un po’ nei confronti nostri. Ci hanno venduto tutti e continuiamo ad andare allo stadio e a stare davanti alla televisione, ma che ne sarà della Roma il prossimo anno? Questo è il problema di avere presidenti così distanti - tuona Verdone -. Si fanno i comunicati su Twitter. Ma che una cosa così importante si comunica con un tweet? Si chiamano le agenzie, si rilasciano delle dichiarazioni formali".

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IL DOCUFILM SU TOTTI - Oggi sono iniziate anche le riprese del docufilm dedicato alla carriera di Francesco Totti, ma Verdone non condivide il modus operandi: "Bisogna fare un bel documentario sulla vita di Francesco Totti con le sue interviste, con i luoghi, con le persone cresciute con lui - spiega Verdone -. Fare una fiction con un attore non lo so se è giusto. Chi lo interpreta probabilmente non saprà neppure giocare a calcio. C’è qualcosa di falso. Bisogna fare un bel documentario, ma con lui che fa da Cicerone, che fa da Virgilio e racconta la sua ascesa. Si può fare un bellissimo documentario e si può anche raccontare una certa Roma". Sui suoi prossimi impegni cinematografici: "Parto tra due giorni, vado in Puglia, ci resterò parecchio tempo perché lì girerò il mio prossimo film, ma non posso dire di più. Dovrebbe uscire nel 2020. Sarà un film molto complesso, perché è corale, ma accanto avrò bravissimi attori come Anna Foglietta, Rocco Papaleo, Max Tortora, più qualche esordiente. Cercherò di farvi felici, ce la metterò tutta. Sarà prodotto da Aurelio De Laurentis, parlo con lui tutti i giorni, ma di cinema, non di calcio. Però, conoscendolo, sicuramente se avesse avuto un De Rossi a disposizione non credo che lo avrebbe liquidato con un tweet. Lui è una persona fumantina, però è educato e molto rispettoso dei giocatori e della loro storia. Bisogna avere rispetto". Poi la chiusura sul futuro della Roma: "Se il prossimo anno non preparano una squadra all’altezza scendo in piazza pure io. E’ arrivato il momento di tornare a vincere qualcosa. Persino la Lazio è riuscita a prendersi quelche soddisfazione. Proviamo a riparare tutto quello che è stato disfatto - conclude -". Corriere dello Sport.