I tenori non mancavano per rifare “Quelli del Tottenham”, ma si son taciuti. Hanno rischiato addirittura di piangere quando Malcom all’83 ha ferito la Beneamata. Poi un rigurgito di passione, l’urlo alto di San Siro al gol di Icardi all’87, misto di gioia e liberazione. Per tornare all’origine, a ottanta minuti di gioco dedicati dal Barça al proprio narcisismo; narcisismo che non possiede Suarez, il mozzaorecchi che vive soltanto dei gol. Anche di quelli che sbaglia, tanti. Dirsi appagati dallo spettacolo è pura ipocrisia. Solo noi risultatisti sin verguenza alla fine abbiamo pensato alla classifica del girone, rimasta abbastanza sicura nonostante il risveglio del Tottenham.
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Il peccato di Narciso
I tenori non mancavano per rifare “Quelli del Tottenham”, ma si son taciuti. Hanno rischiato addirittura di piangere quando Malcom all’83 ha ferito la Beneamata. Poi un rigurgito di passione, l’urlo alto di San Siro al gol...
Ai settantottomila che hanno consacrato per una notte San Siro cattedrale del fùtbol europeo è mancata solo la messa cantata. Non gioco con le parole, è mancato anche Messi, assenza tuttavia non troppo sentita perché i “salmoni” del Barça (incredibile la bruttezza delle divise indossate di solito dai catalani a Milano, forse per farsi vedere da Armani...) hanno fatto quel che volevano per ottanta minuti con frizzante dominio del campo e del gioco. All’Inter stava bene anche il pari ma non puoi convocare il tuo popolo per fargli vedere solo le bischerate di Asamoah, i titanici blocchi di Skriniar e le paratissime di Handanovic piuttosto che i gol di Icardi, finalmente arrivato al traguardo quasi in “zona Romagna”. È stata certo la miglior partita fra Architetti catalani e Geometri lombardi: i primi in vena di “triumpho” eppur serenissimi, per nulla agitati dalla superioritá presto acquisita, con Suarez sempre qualche centimetro fuori della porta o a tramutare Handanovic in Zamora; i “nostri”, invece, certo più quadrati e concreti nelle rare e minacciose sortite in contropiede, non ci hanno messo un po’ di passione per troppo tempo, prima di un sussulto d’orgoglio che aggiustava le cose per celebrare decorosamente la prima Notte delle Stelle. Avrei voluto vedere Spalletti più animato e animatore, mentre Valverde riposava. Poi ha inventato l’intelligenza di Borja Valero al posto dei muscoli stanchi di Nainggolan. Tutto qui.
Ai qualunquisti la prossima puntata. Corriere dello Sport.
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