ROMA - «Spero che lo stadio possa essere terminato in tre anni». Il presidente della Roma James Pallotta è tornato a parlare nuovamente del progetto Tor di Valle, con l'auspicio di poterlo vedere completato e pronto all'uso entro il 2023. Parole rilasciate a Real Vision il 12 marzo, prima quindi dell'arresta di Marcello De Vito e del secondo terremoto giudiziario che ha coinvolto l'iter. «
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Roma, Pallotta: «Voglio lo stadio entro tre anni»
ROMA – «Spero che lo stadio possa essere terminato in tre anni». Il presidente della Roma James Pallotta è tornato a parlare nuovamente del progetto Tor di Valle, con l’auspicio di poterlo vedere completato e pronto...
STADIO - I problemi dell'Italia, e la situazione legata allo stadio che ormai da cinque anni non trova via d'uscita: «Sono almeno tre anni che avrebbe dovuto esserci… Alcuni problemi probabilmente sono stati auto-inflitti dallo costruttore che possedeva i terreni (Parnasi ndr), ma altri dal governo. A volte è solo più facile non prendere una decisione, e a volte hai un cambiamento da un governo a un altro ed è come se dovessi ricominciare tutto da capo. La cosa frustrante è che stiamo pagando per questo. Non è come negli Stati Uniti, dove in molti casi ti danno centinaia di milioni di dollari di crediti d’imposta o agevolazioni fiscali o persino denaro per l’infrastruttura. Nel nostro caso, non otteniamo denaro per le infrastrutture, non otteniamo soldi per lo stadio. Quindi sarà un’opera finanziata privatamente che sarà utilizzata da tutta l’Italia meridionale. Costruiremo uno stadio da 54.000 posti, 270.000 metri quadrati di spazio per l’intrattenimento. Quindi speriamo che tutto sia a posto entro la fine di maggio e che non cambi nulla, così da ottenere le risorse finanziarie necessarie e mettere la prima pietra entro fine dell’anno». Pallotta profeta prima del caso De Vito: «Speriamo che i politici non mandino tutto all’aria. Sono sempre le questioni politiche che rovinano le economie. Cioè, mi preoccupo del livello di debiti come ho fatto per tutta la vita. Ma la cosa che mi preoccupa di più sono le decisioni politiche, sia in Italia che nel mondo in generale».
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