MILANO - A sette giornate dal termine, i cinque punti di vantaggio sulle quarte Milan ed Atalanta, cui potrebbe aggiungersi la Lazio in caso di vittoria con l'Udinese nel recupero, e i sei sulla Roma, sono un bottino rassicurante ma che non tiene ancora l'Inter al sicuro da eventuali imprevisti. La Champions passa soprattutto da Frosinone, trasferta che i nerazzurri non possono assolutamente permettersi di steccare. Il tecnico Luciano Spalletti presenta il match dello Stirpe nella conferenza stampa della vigilia: «In primis, temo Marco Baroni: ha tenuto in piedi la situazione e ha fatto vedere di essere un ottimo allenatore, soprattutto un ottimo psicologo. La squadra è in salute, altrimenti non vai a vincere a Firenze. Sono nelle condizioni di fare risultato contro chiunque, poi dobbiamo aggiungere il fattore campo e il fattore pubblico. Possono esserci delle difficoltà. Dalbert? Se il concetto è far giocare chi non si vede da un po' ne ho 4-5 da far entrare. Lui è forte, si è allenato bene, tengo in considerazione tutto e poi scelgo. Sempre per l'importanza del risultato». E sui tanti diffidati: «Deve succedere qualcosa di incredibile per essere penalizzato in base alle scelte che hai fatto, bisogna andare incontro a questi tipi di difficoltà. Cambia poco, prima o dopo».
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Inter, Spalletti: «Il Frosinone può battere chiunque. Futuro? Conta la Champions»
MILANO – A sette giornate dal termine, i cinque punti di vantaggio sulle quarte Milan ed Atalanta, cui potrebbe aggiungersi la Lazio in caso di vittoria con l’Udinese nel recupero, e i sei sulla Roma, sono un bottino rassicurante ma...
ICARDI-LAUTARO - Dalle condizioni di Martinez alla possibilità di schierarlo in coppia con Icardi: «Sta bene, ha recuperato, è a disposizione. Ha fatto gli allenamenti con la squadra, è pronto a giocare anche dal primo minuto. Con Icardi? Sono due prime punte d'area di rigore, per determinate situazioni, uno sa fare una cosa e l'altro ne sa fare un'altra. E' chiaro che le loro caratteristiche sono diverse. Mauro attacca di più la porta, è più feroce, ha meno qualità di Lautaro nel venire a prendere il pallone. Ma tutti e due sanno fare determinate cose, cercare il pelo nell'uovo. E quindi la squadra non ha fatto nessuno sforzo nell'adattarsi ai loro modi. Come scelgo tra i due? Lo stesso discorso che faccio quando devo scegliere tra Perisic e Keita, Dalbert e Asamoah, D'Ambrosio e Cedric, de Vrij e Miranda. Gli stessi ragionamenti».
IL FUTURO - Dopo una breve risposta a Nainggolan, che ha appena dichiarato di sentirsi "in debito" («Dobbiamo mettere l'Inter davanti a tutto, le sue attenzioni vanno fatte in questa direzione. Se vuole avere a cuore qualcosa, quella è l'Inter»), il tecnico nerazzurro affronta il tema legato al proprio futuro professionale: «Ci siamo incontrati con la società e abbiamo deciso che non dobbiamo avere rimorsi per questo finale di campionato, è tutta una conseguenza di questi risultati. Ci siamo incontrati come pensiero, dobbiamo fare tutto per il baule, il forziere, ovvero andare in Champions League. È il nostro tesoro, siamo in sintonia su questo. La cosa fondamentale è che il nostro compito resta lo stesso, non c'è spazio di adagiarsi su questa cosa, non dobbiamo trascurare nulla. Ciò che trascuriamo oggi non può essere recuperato domani, siamo forti su questi concetti».
CONCORRENTI - Un "favore" può arrivare da Milan-Lazio: «Non dobbiamo fare i conti, l'Inter ha fatto vedere di poter stare in campo. Il peso della prestazione è più importante, il carattere, la voglia di fare. Abbiamo giocato bene ultimamente, ogni risultato può fare la differenza a poche gare della fine». E sul pensiero espresso sui social per motivare l'ambiente: «Quello che ho fatto è chiaro. Ho reso merito alla serietà e professionalità dei calciatori, che è quello che fa la differenza. Da parte mia non ho niente da dire. C'è da vedere se facendo queste cose in questo periodo si dimostra di avere a cuore i tanti lettori interisti che leggono il giornale».
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