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Grande Torino, l’omaggio agli «Invincibili» nel 70° anniversario della tragedia di Superga

Grande Torino, l’omaggio agli «Invincibili» nel 70° anniversario della tragedia di Superga

TORINO – A 70 anni dalla tragedia di Superga “Focus” omaggia il “Grande Torino” con una serata-evento in onda sabato 4 maggio dalle 21.15. Lo speciale, a cura della redazione di SportMediaset è intitolato...

Redazione

TORINO - A 70 anni dalla tragedia di Superga "Focus" omaggia il "Grande Torino" con una serata-evento in onda sabato 4 maggio dalle 21.15. Lo speciale, a cura della redazione di SportMediaset è intitolato «Gli invicibili: il sogno spezzato - 70 anni di passione e orgoglio». Ad anticipare le celebrazioni gli interventi del presidente Cairo e di Capitan Belotti: "A 70 anni dalla tragedia di Superga è una responsabilità essere presidente del Torino. Il “Grande Torino” - prosegue il Presidente granata - è stata una squadra assolutamente inarrivabile, fatta da giocatori invincibili, che ha vinto cinque scudetti di fila e che avrebbe probabilmente continuato a vincere. Il “Grande Torino”, ai tifosi del Toro - ed agli italiani che non tifavano Torino, ma apprezzavano la squadra - ha regalato un senso di rinascita. Arrivava dopo la Seconda Guerra Mondiale: persa. Era un momento positivo per l’Italia, un momento di ripartenza e di ricostruzione. Il “Grande Torino” ha donato un senso di forza, di bellezza e di qualità incredibile». «Oggi - conclude Cairo - i tempi sono molto cambiati. E cercare di essere all’altezza di qualcuno che ha fatto cose straordinarie, dà un forte senso di responsabilità».

CAPITAN BELOTTI - «Essere Capitano del Torino è motivo d’orgoglio, soprattutto nella giornata del 4 maggio. Descrivere quello che si prova a Superga è molto difficile, perché si crea una magia particolare - rivela l'attaccante - e quando arriviamo ci sono sempre migliaia di persone e davanti alla lapide c’è posto per pochissimi. Ma la cosa che colpisce di più - prosegue Belotti - è il rispetto e la compostezza di tutti… il religioso silenzio. Leggere i nomi delle 31 vittime, di fronte a tutte quelle persone, è una grande emozione. La prima volta - conclude - è stato nel 2017, lo ricordo come se fosse ieri… e i nomi non li ho letti: li ho proprio urlati. Volevo che mi sentissero fin lassù, nel cielo».

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