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Dzeko: «A Roma mi sento come a casa. Avrei voluto giocare di più con Totti»

Dzeko: «A Roma mi sento come a casa. Avrei voluto giocare di più con Totti»

ROMA – Anche Edin Dzeko si iscrive al club esclusivo dei fuoriclasse che hanno scelto il "The Players Tribune" per raccontarsi. L'attaccante bosniaco ha ripercorso le tappe più importanti della sua vita: l'infanzia a...

Redazione

ROMA - Anche Edin Dzeko si iscrive al club esclusivo dei fuoriclasse che hanno scelto il "The Players Tribune" per raccontarsi. L'attaccante bosniaco ha ripercorso le tappe più importanti della sua vita: l'infanzia a Sarajevo, la sua carriera calcistica, l'amore per Roma. «Solo a Roma mi sono sentito come se fossi a casa - rivela Edin -. Bosnia e Sarajevo saranno sempre primi nel mio cuore, ma Roma è un buon secondo posto. La casa per me è un posto dove mi sento bene, dove posso pensare al calcio, dove non ci sono altri problemi e dove la mia famiglia è felice. Volevo andare in Serie A, ora ho costruito qualcosa di veramente bello qui. In Germania non puoi mai mollare, è la loro mentalità. L'Inghilterra è velocità, velocità, velocità: probabilmente è la più difficile. Tutti i giocatori sono forti, rapidi e molto preparati. Qui ci sono tattiche, tattiche, tattiche. È incredibile quanto ho imparato in tre anni in Serie A».

LA RIMONTA - Non poteva mancare il racconto dell'incredibile rimonta in Champions contro il Barcellona: «Quel quarto di finale contro il Barcellona è stato uno di quei match che va fatto vedere ai bambini per dire loro: "Guarda, guarda questa partita, e vedrai che non devi mai mollare". Dopo il 4-1 della partita di andata pensavamo di essere morti. Ma poi nel ritorno in casa sono un po' fortunato e riesco a segnare il primo gol molto presto, forse al quinto o sesto minuto. La folla inizia a darci energia. Poi abbiamo un rigore nel secondo tempo. De Rossi calcia e tira nell'angolino in fondo a destra. Il portiere riesce anche a metterci una mano, ma Daniele colpisce il pallone con tanta forza da farcela comunque. Lì sentiamo la sensazione di potercela fare. Stavamo correndo, giocavamo come animali, dando tutto ciò che avevamo. Poi all'82' Manolas segna il terzo gol. Incredibile. Il giorno dopo ho rivisto la partita e sembrava che avremmo potuto segnare cinque o sei gol facilmente. È strano dirlo quando stai giocando contro il Barcellona, ma non è stato un miracolo. Non avevano davvero molte chance. Abbiamo giocato un calcio da maestri. Siamo stati tatticamente perfetti. Eravamo morti, siamo tornati alla vita. Può succedere ovunque, è il calcio».

TOTTI - Dzeko rimpiange di non aver potuto giocare di più con Totti: «La cosa più incredibile è posso chiamare amico uno come Francesco Totti. E gli dico sempre che mi sarebbe piaciuto incontrarlo prima nella mia carriera perché mi avrebbe aiutato a segnare molti più gol. Pur giocando poco con lui, il mio gioco è migliorato molto. Vedeva qualunque cosa sul campo, e mi dava dei pallone che mi consentivano di muovermi in spazi che non avevo neanche considerato».

LA GUERRA - Edin ha parlato anche delle sue origini e di come ha vissuto la guerra a Sarajevo da bambino: «Durante la guerra è capitato di dover smettere di giocare a calcio nelle strade perché partivano le sirene e dovevamo nasconderci. Da piccolo, non ti rendi conto del pericolo. A sei anni, sapevo cosa stava succedendo, ma sinceramente non ci pensavo molto. Quando la guerra finalmente finì, quattro anni dopo, era tutto distrutto. Non c’era più una città. Ricordo che mio padre mi portò al mio primo allenamento a Željezni?ar e dovemmo prendere due autobus e un tram. Ci voleva più di un’ora per arrivarci, e ci stavamo allenando in un liceo perché lo stadio era stato distrutto. Anche se mio padre lavorava, mi portava lì ogni giorno e, quando l’allenamento era finito, mi portava sempre una banana». Corriere dello Sport.