TORINO - Un club fortemente legato alle tradizioni e, al tempo stesso, ossessionato dalla programmazione del futuro: è questa la dicotomia che la Juventus ha saputo co-gestire sinora in maniera sapiente. Alla prima delle due anime, appartiene il 'J1897 Day', giunto alla sua sesta edizione, una cena esclusiva tra il presidente Andrea Agnelli e 250 membri illustri provenienti da tutto il mondo (quest'anno Svizzera, Slovacchia, Regno Unito, Austria, Romania, Lussemburgo, Germania ed Ecuador) all'interno del Club "Gianni e Umberto Agnelli", all'interno dell'Allianz Stadium.
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Agnelli dopo l’incontro con Allegri: la Juve si rinnova sempre
TORINO – Un club fortemente legato alle tradizioni e, al tempo stesso, ossessionato dalla programmazione del futuro: è questa la dicotomia che la Juventus ha saputo co-gestire sinora in maniera sapiente. Alla prima delle due anime,...
Tapiro d'oro ad Allegri
AGNELLI - C'è stato modo di emozionarsi, nel corso della cena esclusiva, con un Andrea Agnelli che, dopo aver rimarcato il successo del progetto J1897, «lo scorso anno contava 10.000 Member affiliati, ora 21.000», ha ripercorso la stagione ormai alle porte, senza perdere di vista il futuro: «Partire il 1° luglio e pensare che vincere lo scudetto sia un dato di fatto è bello, ma non è così, perché dietro ogni successo ci sono lavoro e sudore. Il tratto distintivo del nostro club è sempre stato la capacità di innovare, di vedere il futuro prima degli altri. Da un lato, in qualità di Presidente dell'Eca, sono concentrato, insieme agli altri soggetti interessati, a ridisegnare il calcio del futuro. La Juventus d'altro canto deve avere la capacità di guardare avanti, consolidando al tempo stesso il proprio parco immobiliare e realtà come l'Under 23 e le Juventus Women, capaci queste ultime di vincere il secondo scudetto consecutivo nei loro due primi anni di vita. Si vive nell'oggi insomma, ma proiettati nel domani e dopodomani».
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BARZAGLI - Sul palco è toccato poi all’altro ospite “speciale” della serata, Andrea Barzagli, visibilmente emozionato, al punto da commuoversi, nel ripercorrere la sua storia con la Juventus, giunta ormai ai titoli di coda, almeno da calciatore: «Il momento più significativo è stata forse l'inaugurazione dello stadio. Lì ho capito cosa c'è davvero dietro a questo club. Ma anche il primo scudetto è stato speciale, così come l'ultimo, che segna la fine della mia carriera. Mi mancherà il lavoro quotidiano, gli scherzi, il preparare le partite, il soffrire e gioire insieme ai ragazzi. Sarà dura, ma ora inizia un nuovo percorso: il prossimo sarà un anno importante per capire che strada intraprendere, ma non mi vedo lontano dal calcio».
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